mercoledì 8 luglio 2015

Anche le formiche nel loro piccolo...consigliano. Prima parte

Stendere i panni in campagna è un’operazione rilassante. Un filo, sospeso tra un olivo plurisecolare e un olivastro suo coevo, consente alla biancheria di asciugarsi naturalmente senza adulterazioni prodotte dai gas di scarico delle vetture o dai veleni prodotti dagli impianti di climatizzazione.  Il sole, che fa capolino all’orizzonte, annuncia che la giornata sarà torrida. Eppure la natura sembra non mitizzare più di tanto l’afa opprimente. Mentre procedo con l’impegnativa operazione di stenditura, un dolore acuto al piede e la contestuale vibrazione del cellulare mi richiamano alla realtà. Nel chinarmi ad osservare il motivo del dolore controllo sul cellulare il contenuto di un messaggio inviato tramite formic-app “Smettila” leggo mentre allontano un formica che ha morso la punta del mio prezioso alluce. “Cosa ho fatto di male” replico, afferrando, con intenzioni bellicose, l’esserino sul palmo della mano. L’immediata visualizzazione della risposta testimonia la perfetta comprensione della mia lingua da parte dell’interlocutrice “Con la tua biancheria hai reso più difficoltoso il percorso che giornalmente effettuiamo per trasferirci da una parte all’altra della campagna”. Mi accorgo, solo allora, che il filo costituisce un ponte attraversato nei due sensi dalle infaticabili lavoratrici per accorciare il tragitto terrestre. Osservo, nel frattempo, che, oltre ad essere instancabili, riescono ad incrociarsi simultaneamente ad altezze per loro siderali, senza ingorghi e inutili perdite di tempo. “Ma io sono il proprietario del terreno “eccepisco. La risposta non tarda “E quali diritti accampi?” Mi sorprendo della domanda e sicuro di me rispondo “Lo è stato mio padre e prima di lui i miei antenati”. “Anche i nostri” la sintetica replica. “Ma io possiedo una casa” rispondo di getto. “Noi abitiamo migliaia di formicai disseminati dappertutto” vibra il telefonino. Infuriato aggiungo “Posso distruggervi”. “Lo hai già fatto – risponde sul display- quando hai realizzato il massicciato della veranda su due delle nostre abitazioni e, comunque, la prevaricazione e il potere non giustificano la violenza e la sopraffazione altrimenti giustificheresti i soprusi, le deportazioni, le persecuzioni e le guerre”. “Conoscete dunque la storia?” obietto. “Sei ridicolo; tutti i drammi prodotti dall’azione dell’uomo si ripercuotono anche sulla nostra esistenza con conseguenze nefaste. Ti dirò di più; ti sei accorto di allagare una nostra sede quando lavi la tua auto e di avvelenare il nostro habitat quando curi le olive”? “Ma allora cosa posso fare per non incorrere nella vostra collera”? replico conciliante. “Vivi la tua vita in pace ed armonia con il creato; pensandoci bene - le lettere si materializzano velocemente tramite formicapp- i panni umidi rinfrescano le nostre traversate. Molte mie amiche che percorrono il ponte mi appaiono tonificate dopo aver traversato le lenzuola umide. Ho notate che quelle sovrappeso tra noi ne approfittano per allungare il percorso con passeggiate e jogging sulla superficie delle lenzuola e degli asciugamani. Non capisco quale utilità abbiano questi panni, ma sulle azioni degli uomini, ormai, mi sono rassegnata all’incomprensione. Siete troppo complicati per i miei gusti. Ed ora lasciami e depositami a terra perché devo organizzare il mio gruppo di lavoro. Dovresti sapere che noi se vogliamo sopravvivere dobbiamo lavorare, mentre tra di voi è vero che mangiano solo i politici”?  Ma come ti permetti di offendere i nostri augusti rappresentanti, mangiamo tutti”. Poi persuaso forse di aver commesso una gaffe riprendo “Alcuni mangiano molto, altri poco, altri quasi niente e in certi paesi muoiono di fame”. Il cellulare indica una replica perentoria  ”Ti sembra giusto? Da noi non succede. In conclusione, secondo te, qual è la società meglio organizzata? Attendo il tuo giudizio domani mattina alla stessa ora, ma rifletti bene; dalla tua risposta dipenderà il tuo comportamento e quello delle persone alle quali sottoporrai il nostro dialogo. Grazie e buona giornata”.


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