La notizia è di qualche giorno a questa parte, ma la
sua eco ancora non si è ancora sopita. Federica Pellegrini ha rischiato di
svenire in piscina a causa dell’acqua che era stata riscaldata troppo. “Dopo essere
quasi svenuta per l’acqua troppo calda (30 gradi) questa mattina durante
l’allenamento -ha twittato sul suo sito- chiedo ufficialmente aiuto alla Federnuoto
e al Comune di Verona per raffreddarla e non pregiudicare la mia
preparazione e quella degli altri atleti in vista dei mondiali di Kazan".
Il TG5 ha aperto con la voce del presentatore che
trasudava angoscia per le gravi conseguenze che avrebbero potuto determinarsi
sulla sua preparazione per i prossimi mondiali di nuoto a Kazan in Russia.
Immediata replica del TG1 che per non essere da meno ha annunciato con la
solennità che la notizia meritava “Accusa della Pellegrini: Sono quasi svenuta
in piscina” ed a seguire particolari inediti e inquietanti sulle conseguenze
che un tale evento determinerebbe sul futuro dello sport natatorio italiano. I
quotidiani sportivi non potevano stare a guardare. La Saggezza dello sport
ha titolato a caratteri cubitali “La Pellegrini mette sotto accusa i vertici
del nuoto. Motivo caldo eccessivo in corsia”, mentre il Pontiere dello sport
ha replicato “Malore Pellegrini: a rischio la carriera di una grande atleta”. Mezzosport
più sobrio e laconico ha ribadito “Acqua bollente: pericolo Pellegrini”.
Ma gli articoli migliori erano contenuti all’interno
dei vari quotidiani sportivi e non. La saggezza era riuscita addirittura
ad ottenere uno scoop incredibile: intervista alla pediatra dell’atleta.
L’illustre medico ricordava con dettagli precisi e circostanziati che l’atleta
da piccola piangeva nella vaschetta da bagno in presenza di una temperatura del
liquido eccessivamente alta. Quando i genitori eccedevano con l’acqua calda i
piagnistei diventavano irrefrenabili e le urla non si placavano fino a quando
non si normalizzavano le condizioni termiche. Occupato a sua volta aveva
risposto, con la sobrietà che lo contraddistingueva, intervistando la sua
insegnante elementare. La maestra ricordava che durante un viaggio di
istruzione a Grado la piccola Pellegrini aveva registrato, alla vista del mare,
una crisi di panico e non si era neppure avvicinata all’acqua.
Non poteva mancare il parere di un illustre psicologo
onnipresente a Uscio a uscio. “Non si tratta di malore dovuto ad acqua
calda della piscina, ma a stress dovuto ad una preparazione affrettata”. Lo
scienziato si diceva pronto a risolvere ogni problema a patto di essere
inserito nello staff dell’atleta notoriamente molto parco di figure
professionali. Infine i settimanali di gossip facevano a gara ad intervistare
fidanzati ed ex sulle cause della disputa. Filippo Parvin sentenziava “Ora che
ci penso quando ci baciamo sott’acqua se il bacio dura troppo a lungo Fede
rischia di rimanere senza fiato”, mentre Luca Fiumin l’ex fidanzato storico
anche lui nuotatore nazionale “Ci siamo lasciati le tensioni che avevano
accompagnato la nostra separazione alle spalle.Ricordo, però, che quando ci
capitava di fare il bagno nella vasca di casa litigavamo costantemente per la
temperatura dell’acqua. Sarà stata questa la causa della nostra separazione”?
Concludeva melanconico.
Al di là della premessa iniziale mi domando: “Non
sarebbe stato più semplice rivolgersi al manutentore della piscina e chiedergli
cortesemente di abbassare la temperatura dell’acqua. Cosa c’entra il comune di
Verona che per bocca del solito assessore di turno ha rivendicato l’estraneità
del suo ente nella gestione delle vasche. Coinvolgere, poi, i supremi vertici
della Federnuoto, che ha sede a Roma, per registrare qualche grado di acqua in
meno è uno dei soliti paradossi italiani che ormai noi accogliamo con apatia mista
a rassegnazione. Non sorprende neppure la maturità di tanti sportivi,
straordinari atleti nel proprio ambiente di gara, che, come gli albatros
cantati da Charles Baudelaire, diventano fuori dall’acqua sgraziati e
maldestri.
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