sabato 11 luglio 2015

Lamento di un albatros

La notizia è di qualche giorno a questa parte, ma la sua eco ancora non si è ancora sopita. Federica Pellegrini ha rischiato di svenire in piscina a causa dell’acqua che era stata riscaldata troppo. “Dopo essere quasi svenuta per l’acqua troppo calda (30 gradi) questa mattina durante l’allenamento -ha twittato sul suo sito- chiedo ufficialmente aiuto alla Federnuoto e al Comune di Verona per raffreddarla e non pregiudicare la mia preparazione e quella degli altri atleti in vista dei mondiali di Kazan".
Il TG5 ha aperto con la voce del presentatore che trasudava angoscia per le gravi conseguenze che avrebbero potuto determinarsi sulla sua preparazione per i prossimi mondiali di nuoto a Kazan in Russia. Immediata replica del TG1 che per non essere da meno ha annunciato con la solennità che la notizia meritava “Accusa della Pellegrini: Sono quasi svenuta in piscina” ed a seguire particolari inediti e inquietanti sulle conseguenze che un tale evento determinerebbe sul futuro dello sport natatorio italiano. I quotidiani sportivi non potevano stare a guardare. La Saggezza dello sport ha titolato a caratteri cubitali “La Pellegrini mette sotto accusa i vertici del nuoto. Motivo caldo eccessivo in corsia”, mentre il Pontiere dello sport ha replicato “Malore Pellegrini: a rischio la carriera di una grande atleta”. Mezzosport più sobrio e laconico ha ribadito “Acqua bollente: pericolo Pellegrini”.
Ma gli articoli migliori erano contenuti all’interno dei vari quotidiani sportivi e non. La saggezza era riuscita addirittura ad ottenere uno scoop incredibile: intervista alla pediatra dell’atleta. L’illustre medico ricordava con dettagli precisi e circostanziati che l’atleta da piccola piangeva nella vaschetta da bagno in presenza di una temperatura del liquido eccessivamente alta. Quando i genitori eccedevano con l’acqua calda i piagnistei diventavano irrefrenabili e le urla non si placavano fino a quando non si normalizzavano le condizioni termiche. Occupato a sua volta aveva risposto, con la sobrietà che lo contraddistingueva, intervistando la sua insegnante elementare. La maestra ricordava che durante un viaggio di istruzione a Grado la piccola Pellegrini aveva registrato, alla vista del mare, una crisi di panico e non si era neppure avvicinata all’acqua.
Non poteva mancare il parere di un illustre psicologo onnipresente a Uscio a uscio. “Non si tratta di malore dovuto ad acqua calda della piscina, ma a stress dovuto ad una preparazione affrettata”. Lo scienziato si diceva pronto a risolvere ogni problema a patto di essere inserito nello staff dell’atleta notoriamente molto parco di figure professionali. Infine i settimanali di gossip facevano a gara ad intervistare fidanzati ed ex sulle cause della disputa. Filippo Parvin sentenziava “Ora che ci penso quando ci baciamo sott’acqua se il bacio dura troppo a lungo Fede rischia di rimanere senza fiato”, mentre Luca Fiumin l’ex fidanzato storico anche lui nuotatore nazionale “Ci siamo lasciati le tensioni che avevano accompagnato la nostra separazione alle spalle.Ricordo, però, che quando ci capitava di fare il bagno nella vasca di casa litigavamo costantemente per la temperatura dell’acqua. Sarà stata questa la causa della nostra separazione”? Concludeva melanconico.
Al di là della premessa iniziale mi domando: “Non sarebbe stato più semplice rivolgersi al manutentore della piscina e chiedergli cortesemente di abbassare la temperatura dell’acqua. Cosa c’entra il comune di Verona che per bocca del solito assessore di turno ha rivendicato l’estraneità del suo ente nella gestione delle vasche. Coinvolgere, poi, i supremi vertici della Federnuoto, che ha sede a Roma, per registrare qualche grado di acqua in meno è uno dei soliti paradossi italiani che ormai noi accogliamo con apatia mista a rassegnazione. Non sorprende neppure la maturità di tanti sportivi, straordinari atleti nel proprio ambiente di gara, che, come gli albatros cantati da Charles Baudelaire, diventano fuori dall’acqua sgraziati e maldestri.


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