Una
serata estiva promettente. Frizzante, gradevole e stimolante. Foriera di
piacevoli esperienze. Lo avverti dall’atmosfera che ti avvolge: sembra fremere
leggera e spensierata nell’accogliere i deboli refoli delle brezze serali.
Un’amena località di villeggiatura. Turisti festanti. Sazi di sole, ammaliati
dal mare, entusiasmati dalle nostre prelibatezze. Cercano, e molti ci riescono,
di recuperare le energie e di eliminare le tossine e lo stress accumulati
durante interminabili e noiosi mesi di lavoro. Cammino in compagnia di amici. Conquistati
dalle bellezze sarde, non possono fare a meno di un soggiorno annuale nella
nostra isola. Anni di amore e di amicizia per la nostra regione ed i suoi
abitanti. All’improvviso “s’ode a destra uno squillo di tromba” direbbe il
Manzoni. Note frizzanti ed intense accompagnate dall’eco delle percussioni.
Sempre più chiare e distinte. Acceleriamo il passo incuriositi. Vibrazioni
sonore che, nel loro crescente nitore, confermano il marchio di fabbrica. “Ma
questa è la funky jazz orchestra” preciso ai miei sorpresi interlocutori. “La
banda itinerante del mio paese.” spiego. “La riconoscerei tra mille” concludo
orgoglioso. Ci avviciniamo e ci mettiamo in coda alla processione di turisti e
di curiosi. L’interesse e l’attenzione sono evidenti e diffusi. I suoni
trasmettono felicità, allegria, festosità. I musicisti si muovono in sintonia
con le musiche e diffondono quel tocco di perizia e di teatralità che conquista.
Qualcuno tra gli ascoltatori, rapito dalle melodie, accenna qualche passo di
danza; qualche altro batte le mani o i piedi per accompagnare in qualche modo il
ritmo. La sosta presso un bar costituisce l’occasione per una breve pausa. I
baristi dispiegano le bevande per gli assetati musicisti e per il folto
pubblico di appassionati. Ne approfitto per un cenno di saluto ad Antonio,
Raffaele, Agostino, Armando, Domenico e Giovanni tra i primi volti che
riconosco. Ricambiano, compiaciuti della nostra presenza, prima di riprendere
l’esibizione. Antonio in testa a scandire ritmi e tempi, gli altri, in perfetta
sintonia, ad allietare e divertire i presenti. Al termine una stupenda “No
potho reposare” suggella, tra l’ammirazione di sardi e continentali, una serata
magnifica. La prima banda di strada della Sardegna ormai non ha più bisogno di
presentazioni: una serie interminabile di esibizioni nella nostra isola e fuori
dai suoi confini testimonia un generale apprezzamento. Non deve stupire,
pertanto, il successo delle sue produzioni discografiche, impreziosite dai
contributi tra gli altri di Paolo Fresu, Roberto Vecchioni, Bertas, Danilo
Sacco, Francesco Piu, Mauro Ottolini e Francesca Tagliabue. In definitiva
questa innovativa formazione piace perché con la bellezza dei suoi brani
riempie il cuore di vita e di energia. Piace per il fascino delle sue
straordinarie sonorità. Piace per la sua freschezza, per la sua originalità e per
la bravura dei musicisti. Piace perché allontana le ansie e le preoccupazioni. Piace
perché veicola emozioni divertendo e divertendosi. Piace perché possiede una
precisa identità ed un ricco programma. Piace perché utilizza una tecnica
comunicativa diretta e immediata e, nel diffondere il proprio messaggio, crea
un profondo rapporto di interazione, di empatia, di complicità e di
compartecipazione.