sabato 1 settembre 2018

La mia banda suona il funky jazz


Una serata estiva promettente. Frizzante, gradevole e stimolante. Foriera di piacevoli esperienze. Lo avverti dall’atmosfera che ti avvolge: sembra fremere leggera e spensierata nell’accogliere i deboli refoli delle brezze serali. Un’amena località di villeggiatura. Turisti festanti. Sazi di sole, ammaliati dal mare, entusiasmati dalle nostre prelibatezze. Cercano, e molti ci riescono, di recuperare le energie e di eliminare le tossine e lo stress accumulati durante interminabili e noiosi mesi di lavoro. Cammino in compagnia di amici. Conquistati dalle bellezze sarde, non possono fare a meno di un soggiorno annuale nella nostra isola. Anni di amore e di amicizia per la nostra regione ed i suoi abitanti. All’improvviso “s’ode a destra uno squillo di tromba” direbbe il Manzoni. Note frizzanti ed intense accompagnate dall’eco delle percussioni. Sempre più chiare e distinte. Acceleriamo il passo incuriositi. Vibrazioni sonore che, nel loro crescente nitore, confermano il marchio di fabbrica. “Ma questa è la funky jazz orchestra” preciso ai miei sorpresi interlocutori. “La banda itinerante del mio paese.” spiego. “La riconoscerei tra mille” concludo orgoglioso. Ci avviciniamo e ci mettiamo in coda alla processione di turisti e di curiosi. L’interesse e l’attenzione sono evidenti e diffusi. I suoni trasmettono felicità, allegria, festosità. I musicisti si muovono in sintonia con le musiche e diffondono quel tocco di perizia e di teatralità che conquista. Qualcuno tra gli ascoltatori, rapito dalle melodie, accenna qualche passo di danza; qualche altro batte le mani o i piedi per accompagnare in qualche modo il ritmo. La sosta presso un bar costituisce l’occasione per una breve pausa. I baristi dispiegano le bevande per gli assetati musicisti e per il folto pubblico di appassionati. Ne approfitto per un cenno di saluto ad Antonio, Raffaele, Agostino, Armando, Domenico e Giovanni tra i primi volti che riconosco. Ricambiano, compiaciuti della nostra presenza, prima di riprendere l’esibizione. Antonio in testa a scandire ritmi e tempi, gli altri, in perfetta sintonia, ad allietare e divertire i presenti. Al termine una stupenda “No potho reposare” suggella, tra l’ammirazione di sardi e continentali, una serata magnifica. La prima banda di strada della Sardegna ormai non ha più bisogno di presentazioni: una serie interminabile di esibizioni nella nostra isola e fuori dai suoi confini testimonia un generale apprezzamento. Non deve stupire, pertanto, il successo delle sue produzioni discografiche, impreziosite dai contributi tra gli altri di Paolo Fresu, Roberto Vecchioni, Bertas, Danilo Sacco, Francesco Piu, Mauro Ottolini e Francesca Tagliabue. In definitiva questa innovativa formazione piace perché con la bellezza dei suoi brani riempie il cuore di vita e di energia. Piace per il fascino delle sue straordinarie sonorità. Piace per la sua freschezza, per la sua originalità e per la bravura dei musicisti. Piace perché allontana le ansie e le preoccupazioni. Piace perché veicola emozioni divertendo e divertendosi. Piace perché possiede una precisa identità ed un ricco programma. Piace perché utilizza una tecnica comunicativa diretta e immediata e, nel diffondere il proprio messaggio, crea un profondo rapporto di interazione, di empatia, di complicità e di compartecipazione.