L’esemplarità di un comportamento
racchiude un’intrinseca efficacia e una connaturata energia che superano di
gran lunga la portata di monotoni, interminabili precetti o
ammaestramenti. “Attraverso i precetti
il cammino è lungo, mentre è breve ed efficace attraverso gli esempi” (Longum
iter est per praecepta, breve et efficax per exempla) sentenziava il filosofo
Lucio Anneo Seneca nelle Lettere a Lucilio. Un singolare, ma indelebile episodio
della mia vita scolastica rappresenta rigorosamente questa affermazione. Durante
l’ultimo della mia esperienza di dirigente scolastico, nella scuola del mio
paese, mi capitò di osservare un particolare curioso. Un pacchetto di sigarette
vuoto stazionava in prossimità del luogo dove erano soliti raccogliersi gli
alunni delle classi terze in attesa del suono della campanella di inizio
lezioni. Notai il pacchetto e tirai dritto augurando il buon giorno al capannello
dei ragazzi. Il personale ausiliario, durante la mattinata, mentre era
impegnato a ripulire il cortile esterno, provvide a raccogliere il contenitore
vuoto e a depositarlo nel cestino di rifiuti. Qualche giorno dopo, più o meno
alla stessa ora, ecco ricomparire il pacchetto vuoto della stessa marca di
sigarette. Imperturbabile, mentre transitavo accanto all’involucro, lo raccolsi
tra lo stupore di tutti gli alunni presenti, e, senza profferir parola, lo
gettai nel cestino dei rifiuti che si trovava all’interno della scuola. Il
personale addetto alla pulizia, notò il gesto e, provando quasi un senso di
colpa, si scusò precisando che la pulizia esterna era stata diligente e che il
pacchetto era stato accantonato qualche minuto prima che passassi. Avevano ragione,
ma detti poco peso al fatto. Non feci cenno ai docenti dell’accaduto e analogo
atteggiamento conservai nei confronti degli alunni. Questo spettacolo si registrò
più volte nel corso del primo quadrimestre. Un alunno gettava deliberatamente il
pacchetto e io, altrettanto consapevolmente, nel giungere a scuola, mi
preparavo a raccoglierlo in silenzio. All’inizio del secondo quadrimestre un
particolare nuovo colpì la mia attenzione: la sussistenza di quello strumento
didattico-pedagogico progressivamente si diradava. Col trascorrere dei giorni,
più o meno a fine marzo, non notai più la presenza del pacchetto. Forse il mio
severo interlocutore aveva smesso di fumare? Non avrei potuto sperare in un
successo tanto eclatante. La verità venne alla luce qualche giorno appresso. Una
mattina, al termine delle lezioni, mentre salutavo il personale docente,
casualmente il mio sguardo incrociò l’oggetto delle mie raccolte e dei miei
chinamenti, gettato correttamente nel cestino di rifiuti. Nel frattempo,
attraverso i colloqui con le famiglie, avevo individuato l’alunno che si
apprestava a sostenere l’esame di licenza e che, a inizio anno, aveva iniziato
a fumare. Il ragazzo, non aveva smesso, ma, in procinto di sostenere il suo
primo esame di maturità, aveva appreso un’importante lezione di vita che un
adulto gli aveva impartito senza utilizzare alcuna parola.
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