“Sardegna terra delle meraviglie”
recita lo slogan di uno dei maggiori centri commerciali della nostra
provincia.
In effetti possediamo delle gemme meravigliose che tantissime altre
regioni
d’Italia e d’Europa ci invidiano. E noi isolani, consapevoli della
rarità dei
nostri tesori, facciamo di tutto per proteggerli e preservarli nel loro
incomparabile splendore! La meraviglia e lo stupore ci assale nel
visitare
spiagge incontaminate, boschi selvaggi, natura che conserva ancora un
incanto
che lascia senza fiato gli attenti osservatori. Proprio da attento
osservatore,
percorrevo ieri la statale 131 che da Olbia raggiunge Budoni. Fin
dall’ingresso
nella superstrada sono rimasto basito. Dopo diversi chilometri lo
sbigottimento si è man mano tramutato in incredulità e sconcerto. Chi si
è
permesso? Come è riuscito a depauperare uno dei paesaggi agricoli più
caratteristici del territorio? Cui prodest, aggiungerebbero i maestri
latini.
Insomma non voglio tediare più di tanto i miei 13 lettori; apro un
inciso per
rivolgere loro un sentito ringraziamento per l’assiduo sostegno che
rivolgono
alle mie elucubrazioni. D’altro canto se uno dei maggiori scrittori
della
letteratura italiana si rallegrava per i suoi 25 lettori, dovrei
ritenermi ampiamente
soddisfatto per averne raggiunto poco più della metà. Bando ai
trionfalismi, la
carreggiata nei due sensi di marcia era stata completamente ripulita da
ogni
sorta di immondizia. Cartacce bottiglie di plastica, cartoni, bottiglie
di
vetro, piatti di plastica fondi, piani, rigidi e semirigidi. Dove erano
andati
a finire gli ombrelloni rotti, le scarpe spaiate, i contenitori in
tetrapak e
anche qualche paio di pantaloni senza imbastitura, qualche altro a zampa
di
elefante ripresentati dopo quarant’anni nelle nuove collezioni
autunno-inverno.
Tutto era stato recuperato e raccolto all’interno di grandi buste di
plastica
marchiate da una grande R grassettata su sfondo giallo. Mi è rimasto il
dubbio
se fosse l’iniziale di Raccolta o di Rifiuti visto la cripticità
espressa da
una lettera, ma il danno alla natura era stato arrecato! Le piazzole di sosta,
lustrate a
nuovo come i giorni seguenti l’inaugurazione di questa Grande Opera come
trionfalmente fu definita, considerato il ritardo di tre decenni dal suo
inizio;
neppure la soddisfazione di scorgere un abusivo pacchetto di sigarette
vuoto.
Mentre la Grecia rischia di uscire dall’euro, la provincia di Olbia si
affaccia
trionfante sul palcoscenico europeo senza esibire a bordo strada neppure
un
sacchetto di umido. Eppure i motivi di soddisfazione sono temperati dai
sofismi
che riescono a produrre di i bellimbusti della politica locale,
provinciale e regionale.
L’intervento si effettuerà solamente per i primi 30 chilometri da Olbia a
Budoni: per i patiti delle bottiglie di acque minerali si segnalano
imponenti
accatastamenti delle più note ditte quali sughereta, limoncella (ha il
pregio
di far dimagrire), aranceta, pioppeta, e delle più note bevande
lemonmolle e
oranmorbida, mentre per gli amanti dei pneumatici si favoleggia di
imponenti
raccolte alla periferia di Budoni Sud, di Posada e di Siniscola.
I
collezionisti di elettrodomestici usati rimarranno delusi dopo l’incetta
che
hanno promosso da qualche anno a questa parte gli zingari; per i più
fortunati
si segnala la presenza di qualche frigo no Frost e di qualche forno a
microonde
senza piatto incorporato; disseminati qua e là frantumi di parabrezza
dopo il
saccheggio del ferro. I provvedimenti politici più semplici e più utili
per la
collettività sono generalmente i meno praticati. Sarebbe costato poco
appaltare
tutto il tratto Olbia-Nuoro ma, in questo caso, saremmo venuti meno alla
filosofia autolesionista che da sempre ci accompagna. Concludo
parafrasando lo
slogan iniziale: “Turisti continuate, vi prego, a visitare la Sardegna
terra di
stupende meraviglie naturali e dalle incomprensibili idiozie umane”.
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