martedì 7 luglio 2015

C’era una volta… una regione incontaminata della terra.

La nascita di una stupenda bambina in un rinomato continente della terra, costituì una giornata speciale per quasi tutti. La famiglia reale, i parenti, gli amici, la popolazione, tutti gioirono per il felice evento.  Si organizzò una grande festa per celebrare solennemente un momento epocale per la collettività. La piccola ricevette ogni sorta di regali che l’arricchirono a dismisura. Possedeva tutto ciò che avrebbe contribuito ad assicurare felicità e serenità a se stessa e a tutta la sua gente. Solo tre personaggi non furono invitati alla solennità; si credeva potessero portare sfortuna alla piccola. I loro nomi suscitavano apprensione: Inciviltà, Avidità e Inquinamento. Ebbero, comunque, l’ardire di presentarsi il giorno della cerimonia e, nell’avvicinarsi alla culla della bimba proferirono una frase che turbò sensibilmente i presenti. “La tua bellezza - dichiararono ad alta voce e all'unisono- sarà progressivamente deturpata con la nostra costante azione”. E si allontanarono tra lo sconcerto degli astanti. All’improvviso si fece largo tra la folla una fatina buona che cercò di attenuare la profezia aggiungendo “La bellezza sarà progressivamente deturpata, ma potrà essere riconquistata con la cooperazione di Civiltà, Solidarietà e Ambiente.
Ieri mattina ho notato, dal terrazzo della mia abitazione, il levarsi sull'altopiano di Buddusò, di una sottile colonna di fumo. Complice il caldo torrido, la colonna si è progressivamente allargata fino ad oscurare, nascondendoli, i tralicci dei pannelli eolici che sovrastano le alture. Poi il succedersi di procedure tristemente note nella nostra travagliata isola durante la stagione estiva: l’immediato intervento dei volontari del luogo e degli specialisti da terra; successivamente avvio di azione di spegnimento da parte di elicotteri e, al termine, dispiegamento di poderosi canadair. La colonna di fumo si è progressivamente assottigliata fino ad estinguersi completamente. Oggi desolazione su uno dei territori più ricchi di vegetazione, di pascoli, di allevamenti e di selvaggina della nostra isola.  
La metafora della fiaba è a questo punto chiarita. La stupenda bambina è la nostra amata isola che ha avuto tutto per assicurare la felicità ai propri abitanti e per suscitare l’ammirazione degli amanti delle sue bellezze. Ai lettori il compito di continuare il triste esercizio di porre ogni tassello al proprio posto. Ai rappresentanti delle istituzioni a tutti i livelli l’obbligo morale e civile di aggredire, risolvendolo definitivamente, il fenomeno; esso continuerà a protrarsi fino alla effettiva realizzazione di un rinnovato sentimento di civiltà, di un rinvigorito senso della solidarietà e di una sensibilità ambientale più diffusa e articolata.
P.S. Non troverete la fiaba nel libro “365 fiabe per non dormire” o tra quelle di Andersen o dei Fratelli Grimm perché nasce dalla fantasia del sottoscritto. Il finale lo dobbiamo scrivere con i nostri comportamenti quotidiani se vogliamo assicurare progresso, benessere e felicità alle generazioni future.


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