“Giuseppe
guarda” ha esclamato sorpresa mia nuora. Ho sollevato lo sguardo ed ho
intravisto a fianco all’uscio di casa un uccellino piccolo, indifeso
che, accucciato sul proprio nido, meditava probabilmente sui recenti
drammi dell'umanità.
Confesso
la mia ignoranza. Non ho riconosciuto il genere cui apparteneva. Avrei
voluto avere al mio fianco la scrittrice Susanna Tamaro che sarebbe
stata prodiga di indicazioni sulle abitudini, sulle caratteristiche e
sulle manie del mio vicino di porta. Mi avrebbe potuto aiutare anche mio
padre o uno dei tanti lavoratori della campagna della sua generazione,
che, pur non conoscendo l’aoristo o la perifrastica passiva, riuscivano a
distinguere i diversi volatili attraverso il solo portamento, i colori
del piumaggio o le acrobazie compiute in volo che costituiscono dei modelli inarrivabili anche
per le tanto decantate frecce tricolori.
Era
tardi e si rincasava per la cena. Il rumore prodotto dal ruotare della
chiave nella serratura ha interrotto le dotte meditazioni del minuscolo
pennuto che si è prodotto in un volo repentino. Mentre si allontanava,
confortato per la bassa caduta dello spread, ho azzardato a
classificarlo all'interno della specie degli scriccioli. Spero non abbia
offeso la sua suscettibilità! L’indomani, al chiarore del giorno,
nell’uscire di casa, ho istintivamente sollevato lo sguardo accorgendomi
che l’abitazione aerea era incustodita. Era uscito di buon mattino a
soddisfare i morsi della fame. A pensarci bene anch’io uscivo ad
acquistare pane e companatico. Le nostre abitudini coincidevano.
Osservando la realizzazione del nido, mi sorprese la maestria del suo
progetto abitativo: nessun essere umano per quanto abile sarebbe
riuscito a riprodurne le fattezze. Il riparo era stato realizzato su un
ramoscello sottilissimo di buganvillea. Il rametto fletteva in
continuazione spinto dalle flebili brezze del mattino. Come era riuscito
un minuscolo pennuto a realizzare un riparo stabile, solido, resistente
che neppure le folate intense di qualche giorno prima erano riuscite ad
abbattere. Quale alchimia aveva adottato il novello Brunelleschi per
adattare così intelligentemente la sua dimora all’esile rametto? Il nido
sospeso testimonia un prodigio della natura. Attendo il ritorno del suo
proprietario per chiedergli i segreti di siffatta maestria.
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