Maledette statistiche. Se non ci
fossero soprattutto i responsabili dei governi vivrebbero meglio. I dati,
freddi e inconfutabili, dei numeri annichiliscono i roboanti comunicati della
politica. Nel nostro paese, il mese scorso, il nostro premier orgogliosamente ha
descritto, con la dialettica e l’eloquio che tutti gli riconosciamo, imponenti risultati
sui nuovi occupati; non si erano ancora spenti il clamore e il compiacimento
che derivavano dal conseguimento di un traguardo così prestigioso e significativo,
che sul web, quasi in contemporanea, un istituto di statistica documentava, con
dovizia di particolari, che la crescita occupazione era stata fino ad allora ridottissima
quasi risibile. Le statistiche dicono che il nostro primo ministro è il primo
nella storia repubblicana che abbia ricoperto questa prestigiosa carica senza
essere stato eletto in parlamento. Non sono necessari strumenti demoscopici per
registrare che lo stesso incarico è ricoperto in contemporanea all’altro,
altrettanto autorevole, di segretario del maggior partito italiano. Le
inchieste giornalistiche sottolineano che anche questa situazione è abbastanza
infrequente nel panorama politico della nostra repubblica. Per fortuna le
statistiche non registrano le dichiarazioni di chi ha costruito la propria
carriera politica tuonando contro la molteplicità degli incarichi di chi lo ha
preceduto; non esprimono neppure giudizi sull’impossibilità di svolgere
compiutamente questi due prestigiose cariche. Ciascuno di questi impegni, se
ben svolto, susciterebbe non poche apprensioni anche sulle coronarie della più
esperta, provetta e responsabile personalità che voglia occuparsi del bene
degli altri. I freddi numeri matematici possono essere stiracchiati da una
parte o dall’altra, ma nessuno è ancora riuscito ad ottenere da essi il dono
dell’ubiquità. Proviamo ad uscire dagli angusti confini nazionali. Negli stati
islamici costituisce peccato grave contro Dio bere alcol. Eppure le
statistiche, le maledette statistiche, confermano che più di un milione di
cittadini iraniani contravviene ad una severa regola religiosa. Ci sarebbero
tra questi duecentomila alcolizzati. Le pene sono severissime e prevedono tra
l’altro la somministrazione di una dose massiccia di frustate. Ma vuoi mettere
il piacere di contravvenire ad una disposizione. Il progresso viaggia più
velocemente di quanto non si creda e l’avanzare del tempo farà strame di tante
inutili proibizioni o becere imposizioni. Non si può proibire di bere un buon
bicchiere di vino ammantandolo con proibizioni di carattere morale. Osservare
un precetto significa, in questo caso, essere asserviti al panico e
all’ottusità. Non si possono imporre veti tassativi spesso incompresi e
inapplicabili. La crescita culturale, paragonabile ad una locomotiva che procede
inarrestabile, farà giustizia di multiformi strapoteri, ingiustificabili vessazioni
e intollerabili ingiustizie che allignano in tante regioni del mondo.
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