Armato di cellulare alle 7.58 del mattino mi sono recato, ricco di
argomentazioni maturate durante le insonni ore notturne. A differenza
del principe di Condè di manzoniana memoria, avevo riflettuto
attentamente, come mi era stato suggerito, avevo consultato più avvocati
di Berlusconi ed, infine, avevo deciso: dovevo in qualche modo dare una
lezione di intelligenza e raziocinio alla mia brillante interlocutrice.
In fin dei conti era un’umilissima formica. Appena giunto sul luogo
della disputa, mentre ripiegavo i panni asciutti, il telefonino
stranamente taceva. Il display presentava le classiche icone senza che
formicapp dettasse alcun messaggio.
All’improvviso il display si
illumina con un beneaugurante buongiorno. Ci siamo penso e aggiungo
“Buona giornata a te, posso sapere a quali motivazioni è attribuibile il
tuo ritardo”? “I tuoi due minuti di anticipo –la replica appare chiara
sul cellulare- comportano per noi distanze difficili da comprendere per
chi è abituato a camminare spedito come gli esseri umani. Ho trascorso
buona parte della notte ad organizzare i turni di lavoro settimanali e
ho inviate diverse squadre a recuperare cibo, altre ad esplorare nuovi
percorsi, altre, infine, a segnalare zone umide perché le alte
temperature affliggono parzialmente anche noi. Passiamo ad argomenti più
seri: hai riflettuto su quanto ti ho detto ieri mattina? Cosa rispondi
in proposito”? Replico con une certa autorevolezza “Non offenderti, ma
non posso che attribuire il primato alla razza alla quale appartengo.
Devi sapere che gli esseri umani sono arrivati persino sulla luna. Oggi
con un clic ci colleghiamo ad internet e, che so, siamo in grado, per
semplificare il mio discorso, di ordinare una pizza e di farcela
recapitare a domicilio”.
Mai esempio poteva essere meno calzante.
“Conosco i vostri marchingegni visto che in questo momento leggi ciò che
penso proprio sul tuo display: ma dimmi siete in grado con uno di
questi di trovare una sorgente d’acqua o del cibo depositato in
campagna? Vedi noi possediamo un sistema di sensitività ancora più
elaborato; attraverso questa catena di particelle infinitesimali,
riusciamo ad individuare anche una briciola di pane nel raggio di miglia
di distanza ed, automaticamente, ci dirigiamo per approvvigionarci; se
la partita è abbondante, avvertiamo tante nostre compagne della presenza
di questo meraviglioso bottino. Sai da noi il principio della
solidarietà costituisce una regola imprescindibile”. “E per quanto
concerne -domando incuriosito- la presenza dell’acqua”? La risposta non
lascia adito a dubbi “Possediamo un’acuta percettibilità che ci consente
di avvertirne la presenza”. “Ribadisco la nostra superiorità maturata-
il mio tono si fa più deciso- attraverso il progresso dei grandi mezzi
di locomozione e di comunicazione che hanno consenti di abbattere i
tempi di percorrenza delle distanze”. “Anche in questo caso devo
aggiungere alcune puntualizzazioni; – la replica si materializza nitida –
la sicurezza di questi mezzi lascia alquanto a desiderare; in
definitiva cosa ottenete nel trasferirvi da una regione all’altra,
addirittura da un continente ad un altro. Esistono forme di
alimentazione diverse? Uomini diversi da quelli che avete lasciato? Mi
risulta che le razze – a prescindere dal colore siano tutte uguali. Nel
nostro universo vantiamo 10.000 diversi tipi di formiche e non si
sogniamo di andare a trovarle o a muovere loro guerra attraversando
mari, oceani, deserti o catene montuose. Ieri mi hai anticipato di
essere più forte di me; anche in questo caso devo smentirti perché tu
riesci a malapena a caricarti sulle spalle un tuo simile e trasportarlo
per un breve tratto di percorso; Io riesco a sollevare proporzionalmente
dei pesi cinquanta volte superiori al mio e a trascinarne altri trenta
volte più pesanti”.
Esausto, alla fine, soggiungo “Ma noi siamo i
padroni della terra” Il cellulare si surriscalda “Anche questa è una
vostra errata convinzione: ieri hai asserito di essere proprietario di
questa appezzamento. Avrai sicuramente un documento rilasciato da
un’agenzia statale che lo certifica. Ebbene se calcoli quanto tempo
trascorri su questo lembo di terra nell’arco di un anno non potrai non
constatare che io lo vivo con una permanenza temporale di gran lunga
superiore. Se dovessimo considerare lo ius soli o il diritto di
usucapione io avrei maggiore titolarità di te”. Alla fine cerco di
conciliare una resa ragionevole deponendo ogni velleità di fronte a
queste argomentazioni “Che condizioni poni per accettare la mia
persona”? “Agisci secondo bontà e rispetto del creato; vivi in accordo
con tutti gli esseri che vi abitano ed abbandona ogni forma di
supponenza che è arbitraria e disdicevole” la risposta non appare più
sul cellulare, ma sembra che io abbia iniziato a comprendere il
formichese o, forse, ho creduto di immaginare questo prolungato dialogo,
complice un’afosa mattinata di un’estate precoce.
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