martedì 28 luglio 2015

Mondo siamo noi

“Roma sono io” è un appello, lanciato su Twitter da Alessandro Gassman, che ha ottenuto un eccezionale successo. Ripreso dai commenti favorevoli di migliaia e migliaia di internauti, ha varcato i confini della città eterna ed ha avuto larga eco su tutti i mass media. Il famoso attore completa lo slogan affermando che, considerata la situazione di degrado urbano nel quale versa la propria città, provvederà personalmente, armato di scopa e paletta, ad intraprendere una capillare opera di rimozione di cartacce e di rifiuti. Il cinguettio, ripreso e amplificato dal popolare attore Gigi Proietti, intende sensibilizzare i cittadini a essere più attenti alle tematiche del rispetto della propria comunità a partire dai piccoli gesti quotidiani. L’episodio mi ha evocato due vicende vissute in prima persona assieme a diversi colleghi amministratori all’indomani della vittoria nelle elezioni comunali del 1985 nel mio comune di appartenenza. La priorità era la carenza cronica di acqua che giungeva alle utenze domestiche con il contagocce. Alcuni giorni dopo le votazioni, erano apparse delle scritte sui muri che invitavano i concittadini a vergognarsi perché il prezioso liquido di giorno veniva razionato. Di notte veniva interrotta completamente l’erogazione. Chiedemmo all’Esaf, ente a quei tempi gestore della fornitura dell’acqua, di trovare una soluzione che tranquillizzasse l’utenza; in tutta risposta ci venne segnalata la possibilità di ricevere in consegna gratuita le tubazioni necessarie. L’accordo prevedeva, però, che il lavoro di posa lo attuasse l’amministrazione comunale. Gli operai comunali, pochi per la verità e impegnati in lavori più urgenti, non avrebbero potuto portare a compimento questo dettaglio. Armati di buone intenzioni, sindaco e amministratori della maggioranza, coadiuvati da un gruppetto di volontari, decidemmo di svolgere volontariamente il lavoro di posa e di collegamento dei diversi tubi. Partendo da una diga di accumulo a monte, raggiungemmo il serbatoio sovrastante il paese dopo un percorso di posa di tubi lungo qualche chilometro. La quantità di acqua dirottata pari a 1,5 litri di acqua al secondo non risolse radicalmente il problema, ma attenuò la sete di tanti concittadini. Nello stesso periodo decidemmo di calendarizzare, nelle giornate di sabato, la pulizia di angoli caratteristici del paese. Scope, palette, guanti, buste di plastica ci accompagnarono nell’opera di riordino. Strade, piazzette, viali, spiazzi e fontane, dopo il nostro passaggio, sembravano sorridere agli occhi dei sorpresi residenti. Allora, se fossero esistiti i portatili, avremmo potuto twittare “Berchidda sono io”; in realtà ci limitammo a compiere il nostro dovere accontentandoci della soddisfazione personale di aver fatto qualcosa di bello per la nostra collettività. Riprendendo il richiamo di Gassman lo convertirei in “Italia sono io”, o più universalmente “Mondo siamo noi”. I piccoli gesti di ciascuno di noi contribuiscono a modificare nel bene o nel male gli ambiti nei quali viviamo e nei quali soggiorneranno le future generazioni.


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