“Roma sono io” è un appello,
lanciato su Twitter da Alessandro Gassman, che ha ottenuto un eccezionale
successo. Ripreso dai commenti favorevoli di migliaia e migliaia di internauti,
ha varcato i confini della città eterna ed ha avuto larga eco su tutti i mass
media. Il famoso attore completa lo slogan affermando che, considerata la
situazione di degrado urbano nel quale versa la propria città, provvederà
personalmente, armato di scopa e paletta, ad intraprendere una capillare opera
di rimozione di cartacce e di rifiuti. Il cinguettio, ripreso e amplificato dal
popolare attore Gigi Proietti, intende sensibilizzare i cittadini a essere più
attenti alle tematiche del rispetto della propria comunità a partire dai
piccoli gesti quotidiani. L’episodio mi ha evocato due vicende vissute in prima
persona assieme a diversi colleghi amministratori all’indomani della vittoria
nelle elezioni comunali del 1985 nel mio comune di appartenenza. La priorità
era la carenza cronica di acqua che giungeva alle utenze domestiche con il
contagocce. Alcuni giorni dopo le votazioni, erano apparse delle scritte sui
muri che invitavano i concittadini a vergognarsi perché il prezioso liquido di
giorno veniva razionato. Di notte veniva interrotta completamente l’erogazione.
Chiedemmo all’Esaf, ente a quei tempi gestore della fornitura dell’acqua, di trovare
una soluzione che tranquillizzasse l’utenza; in tutta risposta ci venne
segnalata la possibilità di ricevere in consegna gratuita le tubazioni necessarie.
L’accordo prevedeva, però, che il lavoro di posa lo attuasse l’amministrazione
comunale. Gli operai comunali, pochi per la verità e impegnati in lavori più
urgenti, non avrebbero potuto portare a compimento questo dettaglio. Armati di
buone intenzioni, sindaco e amministratori della maggioranza, coadiuvati da un gruppetto
di volontari, decidemmo di svolgere volontariamente il lavoro di posa e di collegamento
dei diversi tubi. Partendo da una diga di accumulo a monte, raggiungemmo il serbatoio
sovrastante il paese dopo un percorso di posa di tubi lungo qualche chilometro.
La quantità di acqua dirottata pari a 1,5 litri di acqua al secondo non risolse
radicalmente il problema, ma attenuò la sete di tanti concittadini. Nello
stesso periodo decidemmo di calendarizzare, nelle giornate di sabato, la
pulizia di angoli caratteristici del paese. Scope, palette, guanti, buste di
plastica ci accompagnarono nell’opera di riordino. Strade, piazzette, viali, spiazzi
e fontane, dopo il nostro passaggio, sembravano sorridere agli occhi dei
sorpresi residenti. Allora, se fossero esistiti i portatili, avremmo potuto
twittare “Berchidda sono io”; in realtà ci limitammo a compiere il nostro
dovere accontentandoci della soddisfazione personale di aver fatto qualcosa di
bello per la nostra collettività. Riprendendo il richiamo di Gassman lo
convertirei in “Italia sono io”, o più universalmente “Mondo siamo noi”.
I piccoli gesti di ciascuno di noi contribuiscono a modificare nel bene o nel
male gli ambiti nei quali viviamo e nei quali soggiorneranno le future
generazioni.
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