Le riforme, per essere tali, devono essere
epocali! Il nostro giovane e smaliziato premier si prepara a dare l’assalto
alla corazzata Rai con l’ennesima trasmutazione che, incidentalmente,
interesserà soprattutto il ricambio dei vertici dell’ente. A questo punto
riforma è fatta! In Italia i mutamenti si attuano in questo modo. Eppure
basterebbe ascoltare le discussioni dei fortunati italiani che si sono potuti
permettere le vacanze per capire meglio la situazione del paese. “Non è
possibile che, durante il periodo estivo, nelle trasmissioni televisive non si
trovi niente di interessante” sostiene una signora rivolta alla vicina di
asciugamano. Le due persone, avanti negli anni, lamentavano la carenza di
programmazione che le portava a disertare la visione e la compagnia del video.
Non ho potuto non condividere il loro pensiero. Ho riflettuto che l’ultima
trasmissione che avevo seguito era stata una puntata del commissario
Montalbano. Iniziava con la scoperta di un cavallo ucciso e abbandonato sulla
spiaggia di fronte alla residenza del tutore dell’ordine. Si trattava
dell’ennesima replica di una puntata che rivedevo per la terza volta e della
quale non ricordavo l’epilogo. Capisco le reti private che, dovendo
economizzare sui costi, rifilano vecchie repliche di film e trasmissioni prive
di interesse. Stranamente conservano la programmazione di stacchi pubblicitari
che, talvolta, sembrano più interessanti delle monotone riproposizioni di scene
trite e scontate. La televisione di stato dovrebbe essere più attenta alle
esigente di un pubblico che paga un canone annuale; pertanto non dovrebbero
esserci vuoti programmatori come quelli propinati, in questo periodo, agli
esperti manovratori dei telecomandi. Eppure ci sono dei programmi
che in qualche modo conservano il passo dei palinsesti invernali. I primi sono
le dirette sportive; la televisione di stato ha compiuto un grande sforzo
finanziario acquisendo i diritti delle vicende competitive più importanti: Giro
d’Italia, Tour di France, Vuelta spagnola, Campionati mondiali di nuoto,
Formula 1, Basket, Pallavolo e tante e tante altre trasmissioni che determinano
la felicità degli appassionati. Alcune repliche sportive sono delle vere e
proprie perle, nonostante siano prive del pregio del colore. Le programmazioni
in assoluto più noiose che non interrompono la messa in onda sono, però, i
dibattiti politici. Darei un suggerimento a chi ha la responsabilità della
gestione della loro pianificazione: abolitele. La politica è in vacanza, (molti
lo sono tutto l’anno e forse è un bene!) eppure questi signori sono
onnipresenti. Siamo stufi di vedere la faccia dei Gasparri, degli Sgarbi e dei
Salvini, per citare alcuni dei più assidui frequentatori dei dibattiti,
riproposte a tutte le ore con una ripetitività martellante. La monotonia della
loro mimica facciale, il finto sdegno nei confronti dell’interlocutore, la noia
delle loro disquisizioni mi ha portato, nel tempo, a fare una netta scelta di
campo. Appena scorgo le loro sagome, afferro il telecomando cambio canale e mi
immergo beato nella visione del commissario Derrick o della Signora in giallo.
L’acume, l’intelligenza, l’ironia di questi giganti dello schermo mi
riconciliano con la vita. Se, poi, mi imbatto in una vecchia tribuna politica,
non posso fare a meno di rimpiangere la lucidità, la saggezza, la proprietà
dialettica discorsiva e l’intelligenza dei vari Andreotti, Berlinguer, Malagodi
e Almirante: veri e propri titani della parola, appassionati della scelta di
campo fatta da giovani e mai rinnegata. Avrei voluto rassicurare le mie non più
giovani dissertatrici sul piccolo schermo con questa riflessione “Forse non è
male un periodo di astinenza da trasmissioni vuote e inconcludenti. La lettura
di un buon libro, una sana passeggiata, un’intelligente discussione con le persone
care miglioreranno sicuramente la vostra vita. Se, poi, volete raccogliere un
consiglio disinteressato, allungate il tempo delle dormitine pomeridiane e
notturne. Avete notato che queste trasmissioni conservano il pregio di
conciliarvele”!
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