sabato 1 agosto 2015

Demagogia, strumentalizzazione e... un po' di dignità

La predisposizione di un modulo con il quale richiedere da parte dei cittadini del proprio paese in condizione di povertà i 37 euro giornalieri concessi ai profughi: la trovata estiva del sindaco di Telgate Fabrizio Sala ha ottenuto una eco inaspettata.
Il primo cittadino invita i propri amministrati, in condizioni di fragilità economica, a compilare il modulo; in questo modo potrà farsi carico delle loro necessità, chiedendo la corresponsione allo stato italiano dello stesso trattamento economico riservato ai profughi. Ovviamente di tratta di una grande mistificazione e chiunque abbia un minimo di buon senso capisce che l’iniziativa è strumentale e demagogica. Eppure da tutta Italia rimbalzano sul web lettere di plauso al sindaco leghista e al segretario Salvini che, furbescamente, ha pubblicizzato l'iniziativa. Occorre precisare, intanto, che il sindaco leghista non ha ottenuto e non otterrà nulla: solo pubblicità gratuita e plausi da parte di tantissime ingenue persone. Il sindaco sa benissimo che per poter accedere ad una contribuzione è necessaria una legge che preveda uno stanziamento di risorse.
Nel nostro caso non esiste; su tutto il territorio nazionale apposite leggi prevedono di aiutare le persone in difficoltà economiche con piccole contribuzioni o con l’inserimento in cantieri lavoro. Riprendiamo il discorso sugli sfortunati che chiedono asilo e lo ottengono. I profughi, secondo un’accezione ormai accolta a livello internazionale, sono le persone che si allontanano dal proprio paese per evitare persecuzioni o fuggire da una guerra: per ottenere il contributo di 37 euro è necessario aver ottenuto lo stato di rifugiato che si consegue dopo il riconoscimento dell’asilo politico da parte dello stato ospitante. Oltre il 30 % viene escluso dai benefici suddetti. La materia è disciplinata dalla Convenzione di Ginevra del 28 luglio 1951. Ogni ingresso di un nuovo profugo, determina spese per la gestione dell’accoglienza e per le relative pratiche. I costi comportano spese vive e spese per il lavoro burocratico degli impiegati. Per ogni profugo accolto si stanzia la somma di 36 € al giorno dei quali 2.5 sono concessi al diretto interessato per piccole spese personali! Il resto della somma resta nel nostro paese e viene utilizzata per coprire i costi generali.
I finanziamenti necessari per la copertura dell’accoglienza vengono erogati dall’Unione europea. Al governo presieduto da Enrico Letta furono elargiti 30 milioni di euro per il pattugliamento e il salvataggio dei migranti e per l'aiuto ai rifugiati e ai richiedenti asilo.
Nel periodo 2007-2013 abbiamo ricevuto per la gestione dell'asilo e dell'immigrazione quasi mezzo miliardo di euro, dei quali il 50% circa destinato alla difesa delle frontiere marine e terrestri. Le altre somme sono state così ripartite: 36.087.197 euro al fondo per i rifugiati, 148.679.573 per il fondo integrazione e 43.809.714 al fondo che finanzia i rimpatri forzati dei migranti illegali. Una cifra pari a 310.355.777 di euro è stata assegnata al nostro Paese per il periodo 2013-2020. L’Europa impone l’utilizzo dei contributi per “costruire un sistema efficiente per l'asilo e l'integrazione dei migranti". Un’altra piccolo particolarità è data dal fatto che i rifugiati sostano nel nostro paese per pochi giorni: si rifocillano e ripartono per ricongiungersi ad amici e familiari residenti in altri paesi europei.
I dati che propongo sono stati ripresi dalla rete. Sul web circolano testimonianze incredibili sull’assegnazione ai rifugiati di alberghi lussuosi e sulla fornitura di pasti luculliani. Non mancano accuse al sindaco del propria città o del proprio comune rei di non aver emulato il collega del centro in provincia di Bergamo. Farneticazioni che su internet trovano il proprio humus più fertile. Eppure basterebbe collegarsi ai siti istituzionali per trovare le risposte che si cercano. Ma forse si preferisce inveire contro persone sfortunate che chiedono solo... un po’ di dignità.


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