venerdì 21 agosto 2015

Ambiente... tutti possiamo fare qualcosa



Ogni nostra azione, anche la più semplice, contribuisce a modificare l’Impronta Ecologica di uno stato o di una regione. Recenti studi sui comportamenti ambientali delle popolazioni hanno chiarito che questa nuova dizione costituisce l’unità di misura dell’incidenza dell’umanità sulle risorse ambientali. In base ad una serie di dati che sono stati incrociati tra loro, abbiamo appreso che il 13 agosto costituisce la giornata nella quale il nostro paese ha esaurito le risorse che il pianeta ci mette a disposizione. Dal 14 andiamo a credito consumando le risorse del futuro. Il trend negativo per l’Italia è iniziato il 1990 anno durante il quale la soglia è stata raggiunta il 7 dicembre. Negli anni successivi il giorno di esaurimento dei nostri risparmi ecologici è anticipato progressivamente. I fattori presi in considerazione sono molti: il consumo di energia, l'anidride carbonica emessa, il consumo di terreni agricoli, le caratteristiche degli edifici, la produzione di energia pulita. Una parte dei dati può essere modificato sulla base delle abitudini individuali, un'altra è fissa e dipende dalle scelte dei governi e delle autorità locali. Quanto più il valore finale è vicino a 1, tanto più la produzione e il consumo di risorse si equivalgono, più la cifra è alta più il rapporto è sbilanciato. La media mondiale viaggia attorno all'1.5, motivo per cui l'Impronta Ecologica si raggiunge prima della metà di agosto. I paesi che bruciano le maggiori risorse ambientali sono in ordine Emirati Arabi, Qatar e Bahrein, con un'impronta ecologica che supera il 10: se tutti avessimo lo stesso stile di vita di chi vive a Dubai, le risorse di una decina di pianeti non sarebbero sufficienti a sostenerci. Seguono Danimarca, Stati Uniti e Belgio, che viaggiano attorno all'8 ed Estonia e Canada che si fermano al 7 (ma hanno entrambi una capacità di rigenerare le proprie risorse molto alta rispetto alla media). In coda all'elenco, con un'impronta ecologia nettamente inferiore all'1, Haiti, l'Afghanistan, il Bangladesh. I paesi più poveri sono più virtuosi. L'Italia si ferma a metà classifica, con un valore di circa 4. Un ritmo di consumo che supera di gran lunga la capacità di rigenerarsi del nostro ecosistema e ci porta ad andare in “debito” costante ogni anno con una soglia che annualmente retrocede. Un moderato consumo di carne abbatte i consumi. Costituiscono atteggiamenti attenti e corretti comportamenti virtuosi quali: utilizzare lampadine a risparmio energetico, avvalersi dei mezzi pubblici piuttosto che privati, economizzare risorse quali acqua, gas e prodotti petroliferi. Il tipo di abbigliamento va calcolato in termini di consumo del suolo e di anidride carbonica rilasciata per la tessitura e il trasporto. Il Wwf ha ricompreso tra i parametri virtuosi l'acquisto di verdure di stagione; contribuiscono, invece, a far lievitare la soglia dell’inquinamento la quantità di cibo buttato ogni mese e l'anno di costruzione della casa. Tutti questi dati ci aiutano a capire che il consumo ambientale si dilata con l’aumento del consumo di energia dovuto a impianti di climatizzazione, mezzi di trasporto, attività artigianali e industriali. Studi, ricerche, indagini, analisi, strumenti di verifica e di controllo ci rivelano pericoli e minacce dovuti a squilibri ambientali e ci impongono di assumere atteggiamenti più attenti e più rispettosi.

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