Benvenuta nel mondo delle parole.
Ho provato un tuffo al cuore nel sentirti articolare le parole più belle del
mondo: Mamma e Babbu. L’emozione maggiore è, però, determinata dalla
consapevolezza che avevi assunto coscienza di queste due straordinarie espressioni.
Mamma colei che ti ha portata a scoprire la bellezza della vita e ti ha stretta
per prima al suo cuore; babbu che ti accompagna, con l’amore e l’orgoglio della
paternità, nel percorso di crescita materiale e spirituale. Ora è scontata l’enunciazione
della parola mamma, meno comprensibile è l’espressione della voce babbu nella
perfetta accezione sarda. A ben vedere credo che abbiano interferito i geni della sardità che ti accompagnano e che, inavvertitamente, senza che nessuno te lo
abbia insegnato, abbiano prevalso sull'italica espressione babbo. Non che
prima non sapessi esprimerti. Piangevi per indicare che avevi fame o che stavi
poco bene, sorridevi con lo sguardo per dimostrare che gradivi le attenzioni
che ti rivolgevano le persone care. Per saper parlare occorre però saper
ascoltare. Sai è una dote oggi poco praticata: tendiamo tutti a prevaricare le
idee degli altri. Bisogna prima di tutto essere umili ed entrare nell’ordine
delle idee che tutti ci possono insegnare qualcosa; in un secondo momento
occorre saper rapportarsi correttamente con il contesto di riferimento e
possedere capacità di riflessione e di attenzione. Attraverso il costante
confronto e il costruttivo dialogo potremo arricchire il nostro mondo
interiore. Attenzione e dialogo sono le
costanti che ci consentono una fattiva interazione con gli altri. Ancora parole
dirai e abbastanza difficili e complesse. Vorrei aggiungere che l’attenzione è
fondamentale nella pratica dell’ascolto e nella fase successiva dell’espressione
e implica tutta una serie di funzioni intellettive: la comprensione e nello
stesso tempo la conoscenza e la saggezza. Mi auguro che possa ascoltare e
recepire le voci più varie: quelle dei tuoi simili, i versi degli animali e
gli accenti della natura. Ieri è morto un artista che sussurrava alle pietre, ne ascoltava
la voce e le faceva esprimere anche musicalmente; proprio le pietre che
notoriamente e proverbialmente sono mute. Ma questa è un’errata convinzione dei
tuoi simili che credendosi padroni del pianeta ritengono di essere onniscienti
e non capiscono che l’ecosistema possiede un’anima e conseguentemente una
sensibilità. Mi auguro e ti auguro che possa crescere con queste poche e
semplici certezze: conoscenza, intesa non semplicisticamente come apprendimento di parole nuove,
rispetto del prossimo e del mondo che lo sovrasta, e amore per la bontà, la
verità e la giustizia.
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