giovedì 3 dicembre 2015

Scuola di civiltà



La strumentalizzazione dei fatti è diventata da qualche tempo a questa parte uno sport nazionale. Il recente episodio della scuola di Rozzano ne è la controprova più illuminante. Due mamme, spero animate da buona volontà, si presentano al dirigente della scuola per chiedergli di poter insegnare canti natalizi ai bambini cristiani durante l’ora di mensa. La richiesta non poteva essere accolta per una serie di motivazioni. Tutti gli istituti programmano le loro attività fin dai primi di settembre: i contenuti programmatici, una volta approvati, fanno parte integrante del curricolo scolastico. Alcune attività possono essere introdotte in corso d’anno previa approvazione dei rispettivi consigli di classe. Un dirigente scolastico non può autorizzare improvvisate iniziative didattiche. In secondo luogo le scuole possiedono professionalità nelle discipline specifiche (musica, canto, composizione); non si comprende perché docenti specializzati in quegli ambiti didattici debbano abdicare al proprio ruolo sulla base delle richieste di due mamme che non risulta avessero competenze specifiche. Gli altri genitori, poi, sarebbero stati d’accordo su un’iniziativa improvvisata ed inserita in un contesto occupato da un momento scolastico delicato e complesso? L’intervallo mensa, infatti, è un momento altamente socializzante ed educativo oltreché difficilmente compatibile con l’insegnamento di qualsivoglia disciplina. Se questa iniziativa fosse lecita perché non estendere questo tipo di attività ad altri campi. Informatica, poetica, tradizioni popolari per molte famiglie avrebbero altrettanta dignità dell’insegnamento dei canti natalizi. Vi immaginate cosa succederebbe se in una qualsiasi azienda del paese si presentassero dei perfetti sconosciuti per chiedere di insegnare ai dipendenti come migliorare i processi produttivi. Sarebbero sommersi di battute ironiche e sarcastiche e  verrebbero accompagnati malinconicamente alla porta. Ci sono ambiti più idonei a queste attività che potrebbero essere ritagliate nel tempo libero degli alunni. Le mamme avrebbero dovuto, più correttamente, chiedere ai compagni dei propri figli di partecipare in orario extrascolastico a lezioni di canti natalizi e, ottenuta l’autorizzazione delle famiglie, organizzare gli incontri. Nessuno avrebbe potuto eccepire e non si sarebbero scatenati inutili allarmismi per il deterioramento di valori cristiani. Valori cristiani che vengono, invece, calpestati e vilipesi ogniqualvolta sono oltraggiate la civiltà e la correttezza dei comportamenti.

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