La strumentalizzazione dei fatti è diventata da
qualche tempo a questa parte uno sport nazionale. Il recente episodio della
scuola di Rozzano ne è la controprova più illuminante. Due mamme, spero animate
da buona volontà, si presentano al dirigente della scuola per chiedergli di poter
insegnare canti natalizi ai bambini cristiani durante l’ora di mensa. La
richiesta non poteva essere accolta per una serie di motivazioni. Tutti gli
istituti programmano le loro attività fin dai primi di settembre: i contenuti
programmatici, una volta approvati, fanno parte integrante del curricolo
scolastico. Alcune attività possono essere introdotte in corso d’anno previa
approvazione dei rispettivi consigli di classe. Un dirigente scolastico non può
autorizzare improvvisate iniziative didattiche. In secondo luogo le scuole
possiedono professionalità nelle discipline specifiche (musica, canto,
composizione); non si comprende perché docenti specializzati in quegli ambiti
didattici debbano abdicare al proprio ruolo sulla base delle richieste di due mamme
che non risulta avessero competenze specifiche. Gli altri genitori, poi,
sarebbero stati d’accordo su un’iniziativa improvvisata ed inserita in un
contesto occupato da un momento scolastico delicato e complesso? L’intervallo
mensa, infatti, è un momento altamente socializzante ed educativo oltreché
difficilmente compatibile con l’insegnamento di qualsivoglia disciplina. Se questa
iniziativa fosse lecita perché non estendere questo tipo di attività ad altri
campi. Informatica, poetica, tradizioni popolari per molte famiglie avrebbero
altrettanta dignità dell’insegnamento dei canti natalizi. Vi immaginate cosa
succederebbe se in una qualsiasi azienda del paese si presentassero dei
perfetti sconosciuti per chiedere di insegnare ai dipendenti come migliorare i
processi produttivi. Sarebbero sommersi di battute ironiche e sarcastiche e verrebbero accompagnati malinconicamente alla porta.
Ci sono ambiti più idonei a queste attività che potrebbero essere ritagliate
nel tempo libero degli alunni. Le mamme avrebbero dovuto, più correttamente,
chiedere ai compagni dei propri figli di partecipare in orario extrascolastico
a lezioni di canti natalizi e, ottenuta l’autorizzazione delle famiglie, organizzare
gli incontri. Nessuno avrebbe potuto eccepire e non si sarebbero scatenati inutili
allarmismi per il deterioramento di valori cristiani. Valori cristiani che
vengono, invece, calpestati e vilipesi ogniqualvolta sono oltraggiate la civiltà
e la correttezza dei comportamenti.
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