giovedì 10 dicembre 2015

Visi coperti e... avvisi scoperti!



I drammatici accadimenti di Parigi hanno scosso le coscienze di tutto il mondo. Riflessioni sull’inutilità della violenza gratuita si sono giustamente sprecate. Giornali e mezzi di comunicazione hanno condannato gli assassini ed in alcuni casi hanno messo in discussione la civiltà europea. Dove abbiamo sbagliato, come possiamo rimediare, quali provvedimenti possiamo assumere per evitare il ripetersi di tali efferati crimini sono le domande più ricorrenti. Siamo in guerra, ripetono ormai tutti, e dobbiamo assumere provvedimenti conseguenti. Non mancano in questo marasma di idee, spesso contraddette e talvolta contradditorie, le decisioni estemporanee e strumentali nate sull’emotività del momento e dettate soprattutto dal desiderio di strumentalizzare l’accaduto. La giunta Maroni della regione Lombardia, con grande dispiegamento di mezzi divulgativi, ha pubblicizzato il provvedimento volto a proibire l’accesso alle strutture regionali a chi si presenta con il capo coperto. Il testo richiama la legge nazionale già in vigore (legge Reale del maggio 1975) che proibisce di circolare senza poter essere riconosciuti. L’avviso, inserito nel regolamento, consentirà agli addetti ai controlli di non far entrare nelle strutture pubbliche le persone con il viso coperto. Proibiti caschi e soprattutto abiti tradizionali di alcune donne musulmane, quali burqa o niqab a partire dal primo gennaio del 2016. Niente da eccepire sul fatto che i cittadini non debbano coprire il volto nei locali pubblici. Occorre però osservare che la stessa legge Reale nello stabilire che non si può circolare con il viso coperto aggiunge una precisa postilla “senza giustificato motivo”.  Le motivazioni religiose costituiscono un valido motivo che trova proprio nella nostra costituzione la sua giustificazione. Una legge regionale non può confliggere con la libertà costituzionale di manifestare e professare la propria religione e soprattutto non può contrastare una legge nazionale. Ennesima disposizione che ripete pedissequamente i contenuti di una legge attuale seppure datata. La verità che nessuno dice è che i rappresentanti della lega, in un momento di particolare astio e di diffusa avversione nei confronti di un generico mondo musulmano, avevano necessità di lanciare un segnale che raccogliesse consensi e adesioni tra i cittadini; sanno benissimo che i terroristi, mai e poi mai, si recherebbero a viso coperto nelle strutture sanitarie per compiere sfracelli. Quanto è lontana la politica di alto profilo del passato! Oggi conviviamo con la politichetta del giorno per giorno protesa alla ricerca del provvedimento sensazionale che si rivolge all‘irriflessione e alla passionalità degli elettori per raccogliere consensi effimeri e fragili condivisioni.


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