I drammatici accadimenti di
Parigi hanno scosso le coscienze di tutto il mondo. Riflessioni sull’inutilità
della violenza gratuita si sono giustamente sprecate. Giornali e mezzi di
comunicazione hanno condannato gli assassini ed in alcuni casi hanno messo in
discussione la civiltà europea. Dove abbiamo sbagliato, come possiamo
rimediare, quali provvedimenti possiamo assumere per evitare il ripetersi di
tali efferati crimini sono le domande più ricorrenti. Siamo in guerra, ripetono
ormai tutti, e dobbiamo assumere provvedimenti conseguenti. Non mancano in
questo marasma di idee, spesso contraddette e talvolta contradditorie, le
decisioni estemporanee e strumentali nate sull’emotività del momento e dettate
soprattutto dal desiderio di strumentalizzare l’accaduto. La giunta Maroni della
regione Lombardia, con grande dispiegamento di mezzi divulgativi, ha
pubblicizzato il provvedimento volto a proibire l’accesso alle strutture
regionali a chi si presenta con il capo coperto. Il testo richiama la legge
nazionale già in vigore (legge Reale del maggio 1975) che proibisce di circolare
senza poter essere riconosciuti. L’avviso, inserito nel regolamento, consentirà
agli addetti ai controlli di non far entrare nelle strutture pubbliche le
persone con il viso coperto. Proibiti caschi e soprattutto abiti tradizionali di
alcune donne musulmane, quali burqa o niqab a partire dal primo gennaio del
2016. Niente da eccepire sul fatto che i cittadini non debbano coprire il volto
nei locali pubblici. Occorre però osservare che la stessa legge Reale nello
stabilire che non si può circolare con il viso coperto aggiunge una precisa
postilla “senza giustificato motivo”. Le
motivazioni religiose costituiscono un valido motivo che trova proprio nella nostra costituzione
la sua giustificazione. Una legge regionale non può confliggere con la libertà
costituzionale di manifestare e professare la propria religione e soprattutto
non può contrastare una legge nazionale. Ennesima disposizione che ripete
pedissequamente i contenuti di una legge attuale seppure datata. La verità che
nessuno dice è che i rappresentanti della lega, in un momento di particolare
astio e di diffusa avversione nei confronti di un generico mondo musulmano, avevano
necessità di lanciare un segnale che raccogliesse consensi e adesioni tra i
cittadini; sanno benissimo che i terroristi, mai e poi mai, si recherebbero a
viso coperto nelle strutture sanitarie per compiere sfracelli. Quanto è lontana
la politica di alto profilo del passato! Oggi conviviamo con la politichetta
del giorno per giorno protesa alla ricerca del provvedimento sensazionale che
si rivolge all‘irriflessione e alla passionalità degli elettori per raccogliere
consensi effimeri e fragili condivisioni.
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