mercoledì 25 novembre 2015

Dialogo, responsabilità e...ascolto



La scuola italiana è sottoposta ad ogni genere di critiche: raramente costruttive, più spesso gratuite e assurde. Non mancano, poi, i suggerimenti, i consigli e le proposte che tutti si sentono autorizzati a offrire disinteressatamente. Genitori, casalinghe, sociologhi, giornalisti ognuno è in possesso di una ricetta magica che, resa operativa, risolverebbe tutti i problemi di cui è affetta. Il mondo dell’educazione viene, poi, chiamato in causa quando succedono episodi eclatanti che colpiscono l’opinione pubblica. Omicidi efferati, episodi inquietanti di spaccio di stupefacenti, incidenti sulle strade, atti gravi di bullismo, di alcolismo e di violenza soprattutto su donne e bambini. La risoluzione di questi problemi è risolvibile con la consueta formuletta “Occorre partire dalla scuola”. Nessuno spiega concretamente come la scuola dovrebbe risanare problematiche che attengono spesso a comportamenti malati e deviati o a inefficienze di altri settori della società. Talvolta sono i politici, e più spesso quelli con maggiore responsabilità, a lasciarsi andare a giudizi superficiali che stranamente vengono per qualche giorno riportati sulle prime pagine dei giornali a corto di notizie di rilievo. Per fortuna spariscono dall’attenzione dei media malinconicamente nei giorni immediatamente successivi. E’ il caso del ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini che ha ipotizzato la necessità di individuare all’interno del curricolo scolastico un’ora dedicata  al dialogo e alla responsabilità civile e all'ascolto”. Sono basito. Solo un profano può fare affermazioni tanto superficiali. Tutte le discipline hanno come presupposti fondamentali del loro essere questi principi essenziali e imprescindibili. L’ascolto e il dialogo tra alunni e docenti e il reciproco senso di responsabilità. E questo a partire dalla scuola dell’infanzia fino all’università. Mi permetto, da operatore scolastico in pensione, di unirmi al coro di genitori, casalinghe, sociologhi e giornalisti per offrire al ministro la mia ricetta gratuita: “Ministro qualche volta dimentichi i consigli dei funzionari ministeriali che hanno perso il polso dello stato di salute della scuola e si affidi, prima di esternare i suoi convincimenti, a chi responsabilmente e quotidianamente condivide gioie e dolori del variegato universo educativo: gli operatori scolastici”.


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