La bellezza e il fascino dei
mosaici mi hanno sempre affascinato. Durante gli studi classici e
successivamente in occasione delle visite alle basiliche paleocristiane, rimanevo
sorpreso dalla magia che sprigionavano queste prodigi della manualità e
dell’intelligenza umana. Il termine significa opera delle muse, divinità figlie
di Giove, che rappresentavano l'ideale supremo dell’arte. Gli sguardi dei visi
che accompagnano gli spostamenti degli spettatori mi colpivano e mi
sorprendevano. Quale nobile maestria ha consentito all’artista di creare tale
suggestione mettendo insieme piccole tessere multicolori? La magia, il fascino
e la bellezza di queste opere d’arte si ritrova talvolta nelle persone. La loro
scomparsa costituisce motivo di lancinante sofferenza soprattutto se hanno
accompagnato per tanti anni il nostro percorso di vita. Scopriamo, allora,
quanto facciano parte di noi; ci accorgiamo che senza di loro non avremmo
potuto essere quello che siamo; si è creato lo stesso legame indissolubile che
accompagna il giorno alla notte e la vita alla morte. Riflessioni che ho
maturato, mentre accompagnavo nell’ultimo viaggio una figura a me e ai miei
molto cara. I piccoli-grandi tasselli della sua personalità delineano un
profilo dagli innumerevoli pregi. Enumerarli tutti sarebbe impossibile. Il
valore del sacrificio innanzitutto: donare ogni attimo della propria vita e sacrificare
ogni propria esigenza per il bene del prossimo. La maternità sempre accolta con
la gioia e con la soddisfazione di aver contribuito ad arricchire la famiglia
di amori irrinunciabili. Il senso profondo della giustizia e della correttezza
comportamentale, l’umanità e l’altruismo. Possedeva una straordinaria lucidità
ed una memoria sbalorditiva. Ricordava i legami parentali delle diverse
generazioni e non aveva necessità di consultare ricettari per riferirti i
dosaggi delle sue prelibatezze. Aveva raggiunto un’età che ci portava a salutarla
con grande trasporto affettivo, consapevoli che quel commiato poteva essere
l’ultimo. Eppure il suo distacco ci ha colto di sorpresa per la repentinità con
la quale è maturato. Il giorno prima di morire le avevo letto un mio post nel
quale erano condensati i miei ricordi del primo giorno di scuola: rammento il
suo sofferto sorriso e un moto di commozione. Il suo primo giorno tra i banchi era
stato molto simile al mio. Nel momento del decesso, abbiamo istintivamente
rivissuto e rimpianto l’amore e l’affetto che aveva dispensato a piene mani. Il
dolore per la scomparsa è attenuato dalla consapevolezza che il suo distacco si
è compiuto come aveva sempre desiderato: sognando l’amato compagno, nella sua
casa, nel suo letto, accompagnata dall’assistenza e dalla trepidazione dei
figli, dei nipoti, dei generi, delle nuore e di tutte le persone care.
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