In Italia vige una massima secondo la quale siamo
tutti commissari tecnici della nazionale di calcio. Questo fenomeno raggiunge
il suo apice in prossimità di manifestazioni prestigiose quali europei o
mondiali. Mutuando questo principio, rilevo che siamo tutti insegnanti e non
solo in congiunture cruciali quali inizio o chiusura dell’anno scolastico. Ogni
giorno, purtroppo, genitori, opinionisti, giornalisti, responsabili delle
istituzioni più disparate, spesso profani di didattica e di pedagogia, si
arrogano il diritto di interloquire con il mondo della scuola. Suggerimenti,
osservazioni, giudizi, critiche vengono dispensati in ogni momento a beneficio
dei docenti. Il motivo è semplice: i responsabili dell'educazione sono ritenuti
sprovveduti o incapaci di svolgere compiutamente il proprio ufficio. Una
notizia di cronaca di questi giorni conferma questo particolare. Il sindaco di
Mamoiada, riprendendo integralmente un elenco di 15 suggerimenti rivolto ai
propri alunni dal professor del liceo di Fermo Cesare Catà, ha disposto
l’abolizione dei compiti durante le vacanze estive degli alunni della propria
collettività. Le esercitazioni dovranno essere sostituite con letture, pratica
sportiva, correttezza comportamentale e dialettica, riflessioni, osservazioni,
buone compagnie, arricchimento culturale e conseguente maturazione di nuove e
più profonde consapevolezze. Non basterebbero diversi lustri per conseguire
alcuni di questi obiettivi. Il sindaco verificherà l’osservanza delle sue
disposizioni senza precisare le sanzioni comminabili agli inadempienti. Non
spetterebbe ai docenti il compito di individuare quantità e qualità delle
esercitazioni? Solo loro, attraverso un quotidiano rapporto, conoscono appieno
caratteristiche, specificità e personalità degli alunni. I ragazzi delle scuole
del suo centro hanno, inoltre, attitudini, possiedono competenze, hanno
maturato esperienze dissimili da quelle vissute dai loro coetanei marchigiani.
Consiglio, pertanto, i “tifosi” attuali e quelli futuri di riconsiderare il
ruolo dell’insegnante rivalutandone capacità e competenze: sono gli insegnanti,
in definitiva, i diretti responsabili dell’educazione globale dei ragazzi che
si realizza attraverso la trasmissione della conoscenza non disgiunta da
un’armonica attuazione dei processi di comprensione del mondo.
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