Grazioso,
piacevole, gentile, cortese, emozionante, delizioso, amabile, adorabile, garbato
e potremmo continuare all’infinito. Sono alcuni dei sinonimi che potrebbero
sostituire l’aggettivo carino pronunciato dall’attrice Angela Curri per
indicare, in rapida successione, un bel giovane, un gesto di cortesia, un
panorama mozzafiato. La fondazione Treccani promuove in questi giorni,
attraverso questo nuovo filmato pubblicitario, un’intelligente campagna “Le
parole valgono” con la quale esorta gli italiani ad utilizzare i termini più
appropriati in base al contesto e al tono con i quali vengono pronunciati. L’Enciclopedia
nel sottolineare che la nostra lingua annovera più di 250.000 vocaboli, invita
mezzi di comunicazione, istituzioni, uomini di cultura e privati cittadini a
sforzarsi per attingere ad un patrimonio smisurato di accezioni terminologiche.
L’occasione non poteva essere più propizia. Si assiste da diversi anni a questa
parte ad una omologazione terminologica che fa rabbrividire. Il momento è definito
storico, storica è qualsiasi proposta di riforma varata dai governi, storico è
l’ultimo successo sportivo conseguito da compagini o atleti nelle svariate
discipline sportive: basterebbe un piccolo sforzo dialettico per esplicitare
con proprietà maggiore la nostra opinione. Ci ritroviamo, invece, a utilizzare
formulette ripetitive che appiattiscono l’espressività e l’incisività delle
nostre locuzioni. L’attenzione, la riflessione, la cura e lo studio che
dovrebbero precedere ogni forma di espressione per riuscire a percepire aspetti
che nessuno aveva colto, non vanno più di moda. A questo proposito Guy de
Maupassant raccomandava “Per descrivere un fuoco che fiammeggia o un albero
nella pianura restiamocene là, di fronte, a guardare, finché quest’albero e
questo fuoco non rassomigliano più, per noi, a nessun altro albero, a nessun
altro fuoco”. La nostra espressività tende sempre più a uniformarsi alla concisione
e alla sintesi e alla velocità dei messaggini; questo comporta una
proliferazione di abbreviazioni che spesso producono effetti nefasti: Nino
Bixio è scritto da una moltitudine di internauti Nino Biperio (vedi bustina di
Umberto Eco); sempre più frequentemente, ci imbattiamo nei forum della rete in
xo, senza accento tra l’altro, per però. Non parliamo poi degli anglismi che ci costringono a
consultare il dizionario d’inglese più di quanto non facciamo con i più
familiari Zingarelli o Devoto-Oli. A proposito dei sempre più diffusi e
frequentati forum, l’ultimo neologismo coniato fa davvero rabbrividire: segnalo
il recente messaggio ricevuto da SKY ennesimo termine inglese entrato a far
parte della nostra quotidianità : ”Ciao Giuseppe Sini, siamo lieti di vederti per la
prima volta sul forum di SKY… Speriamo di averti tra i nostri forumisti anche in futuro”. Ora passi
per il recentissimo step che potrebbe benissimo essere sostituito in Italia da
passo o da gradino, passi per twitt che possiamo rendere benissimo con
cinguettio (guai a diffondere, come purtroppo si sta facendo, twittare o
addirittura retwittare), ma forumista
mi sa tanto di offesa al buon senso espressivo. Meditate, giovani, meditate…
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