Le giornate mondiali costituiscono delle ricorrenze promosse da agenzie
internazionali per favorire la sensibilizzazione dei cittadini nei
confronti di argomenti di interesse sovranazionale. Giovani, anziani, donne,
migranti, disabili, infanzia, malati, mare, terra e ambiente sono alcune tra le
novantanove tematiche che suscitano discussioni tutti i giorni, ma che, in un
particolare momento dell’anno, vengono approfondite più diffusamente per
correggere, attraverso l’approvazione di opportuni interventi legislativi,
inadeguatezze e disfunzioni. Il 23 aprile è stata celebrata la giornata
mondiale del libro. Nel mondo occidentale la diffusione delle pubblicazioni, complice
la concorrenza del libro digitale su computer, tablet e smartphone, subisce un
progressivo declino. Ancora più sconfortanti i dati sui libri venduti nel
nostro paese. Leggiamo sempre meno e riduciamo progressivamente i nostri
investimenti nell’acquisto dei libri. Eppure non esiste azione più intelligente
e costruttiva di quanto non sia quella di misurarsi con la lettura. Stimolare
la mente a pensare e a riflettere, utilizzando le pagine di un buon libro,
costituisce un momento dagli alti risvolti educativi. Contagiare la passione della lettura
soprattutto tra i giovani e giovanissimi credo sia un’intelligente missione per
insegnanti e genitori. I benefici sono innumerevoli. Si impegnano e si
esercitano le capacità mnemoniche, le competenze logiche, le abilità razionali
e le doti intellettive. Quante suggestioni ho maturato attraverso la lettura,
durante il triennio della scuola media, dei libri di Emilio Salgari (1862-1911).
Devo riconoscere di essere rimasto alquanto deluso nell’apprendere, durante gli
studi universitari, che lo scrittore che aveva alimentato i sogni di milioni
di lettori non aveva varcato i confini nazionali. Non potevo capacitarmi che il
romanziere che aveva saputo descrivere tanto mirabilmente l’universo dei pirati
della Malesia, la vita nelle praterie americane, gli orrori della Siberia e le
stragi della Cina, i predoni del Sahara e le meraviglie del millennio
successivo al suo, si era imbarcato una sola volta come mozzo sulla rotta
Venezia-Brindisi. L’arte della sua scrittura è tanto realistica e allo stesso
tempo immaginifica che si spinge a descrivere con minuzia di particolari terre
lontanissime conosciute solo attraverso l’incessante lettura di altri scrittori
o la costante e appassionata consultazione delle tavole degli illustratori.
L’esercizio della lettura, soprattutto se coltivata negli anni di formazione
della propria personalità, aiuta a stimolare la fantasia e la creatività
attraverso la scoperta di mondi sconosciuti. Eppure la lettura non può e non
deve essere imposta o subita. Gianni Rodari a questo proposito afferma “Il
verbo leggere non sopporta l’imperativo”. I libri che hanno contribuito più
degli altri a formare la mia personalità sono soprattutto quelli che ho letto
sull’onda della curiosità e soprattutto in seguito alla lettura di una pagina
che mi rimandava al libro e in seguito all’intera produzione di uno scrittore
che aveva suscitato interrogativi, domande, ed in estrema sintesi, emozioni. Oggi
ci sono dei ragazzi che incontrano difficoltà a leggere anche questo post.
“Potresti riassumerlo” mi ha confidenzialmente chiesto un mio giovanissimo
lettore riferendosi ad una riflessione che aveva suscitato interesse tra gli
amici. “Non posso” ho replicato” perderesti il gusto della scoperta”. La
lettura, infatti, non è altro che il progressivo recupero di sentimenti, di
emozioni e di suggestioni che amici silenziosi e discreti ci distillano
attraverso l’avventuroso procedere tra le loro pagine. Il piacere della scoperta implica l'osservazione con spirito critico della realtà per poter meglio cogliere gli aspetti più sfumati e i contorni più indefiniti. Possiamo, dunque, trovare
migliori amici e compagni di viaggio dei libri? Questi tesori dell’intelligenza
e della creatività, infatti, come scrisse lucidamente Tiziano Terzani “Parlano quando si ha bisogno,
tacciono quando si vuole silenzio. Fanno compagnia senza essere invadenti.
Danno moltissimo, senza chiedere nulla”.
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