Il gusto amaro di un caffè
"Il caffè è un piacere, se non è buono che piacere è"? recitava una fortunata pubblicità di una nota marca di
caffè. Ed è vero. Degustare la classica tazzina per cultori ed appassionati
costituisce un’occasione gioiosa ed un momento direi quasi magico. La sottile
crema in superficie, il profumo inconfondibile della bevanda, il senso di libertà,
i piacere che deriva dall’assaporare il gustoso aroma. Faccio parte di quel 27%
di italiani che beve una tazzina al giorno distribuita tra metà mattinata o
preferibilmente dopo pranzo. Mai avevo pensato che il gusto della tazzina fosse
inscindibilmente accompagnato dalla grazia e dall’educazione di chi la serve.
Bar del porto di Olbia: mi avvicino alla cassa ed ordino: “Due caffè macchiati
per favore”. Il barista, con un’espressione imperturbabile, sibila “Due” come
risposta. Ritengo che non abbia ben capito l’ordinazione e, ritenendola una
richiesta di chiarimento, ripeto “Due caffè macchiati”; per tutta risposta mi
sento rispondere un gelido “Due”. Reitero per l’ennesima volta l’ordinazione e
finalmente mi viene chiarito l’arcano dei due con una laconica, ma illuminante risposta
“Due euro”. Pago, mi sposto verso il bancone e attendo la somministrazione
delle sofferte tazzine; con mia grande stupore scopro che il servizio consta di
due caffè normali. Chiedo cortesemente che vengano corretti; “Lei li ha chiesti
normali” mi sento rispondere”. Non so se costituisca una ritorsione per l’equivoco
che si era creato. Soddisfatta finalmente la mia ordinazione, bevo il caffè che
mi risulta meno piacevole di altre volte, saluto cortesemente e, complice il
clima delle festività, auguro un felice anno al mio interlocutore. Ora non
pretendo che un barista abbia approfondito i principi della comunicazione di
illustri studiosi quali Watzlawick, Bateson, Halliday o Jakobson. Giustifico,
altresì, la stanchezza, lo stordimento e la pressione di un lavoro usurante,
stressante e faticoso che, in questo periodo dell’anno, si acuiscono. Ritengo,
però, fondamentale che osservi i requisiti essenziali dell’educazione che
presuppongono il saluto, il rispetto ed un conciliante sorriso; in ultima
analisi un atteggiamento garbato che faccia sentire a proprio agio il cliente.
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