Ci sono esperienze che ci fanno riflettere e ci
insegnano tanto. Solo allora comprendiamo il significato profondo della scala
dei valori della vita. Solo allora capiamo quanta forza sia necessaria per
affrontare le quotidiane difficoltà dovute all’insorgere di una patologia. Durante
un viaggio in aereo sulla rotta Cagliari-Treviso ho udito articolare un
verdetto drammatico: tetraparesi spastica. Patologia di cui è affetto Angelo,
bambino di due anni, che la mamma accompagnava a Verona per sottoporlo ad un
ciclo di sedute fisioterapiche. La nascita di un bambino come Angelo
rivoluziona completamente la tua esistenza. Leggere un libro, fare una
passeggiata, recarti al cinema o in ristorante, sorprenderti per un tramonto, svolgere
attività lavorativa, riposare dopopranzo: puoi fare tutto, ma puoi essere
costretto a rinunciare a tutto. La tua esistenza sacrificata per un'esistenza che si prepara ad affrontare sacrifici. Tu e i tuoi cari eternamente in secondo piano: le tue esigenze dopo le
sue. Scopri che, però, queste rinunce non ti pesano. L’amore incondizionato che
nutri per il tuo caro dall’animo speciale ti fa dimenticare le fatiche, i
sacrifici e le privazioni. Maturi fermezza e risolutezza che pensavi di non
possedere. Le ricerchi e, quasi d’incanto, le ritrovi nei angoli più reconditi
del tuo cuore; all’improvviso sei pronto ad affrontare la vita a testa alta con
audacia e direi quasi con temerarietà. La forza e il coraggio della mamma di
Angelo mi hanno sorpreso. Ha vinto le resistenze delle hostess che la
invitavano a far accomodare il piccolo nella poltroncina 24 B che gli era stata
assegnata al momento della prenotazione. “Lo prevede il regolamento”
sottolineavano con freddo distacco. La madre ammoniva con fermezza il personale
che il bambino non avrebbe potuto farlo a causa della paralisi muscolare che lo
condizionava. Sottolineava con fervore che non si trattava di un capriccio
infantile. “Magari potesse farlo” sospirava. Dopo una lunga trattativa ed un estenuante consulto con il
comandante, il personale ha accolto le sue legittime richieste e Angelo è
volato verso la sua destinazione in braccio a colei che gli infondeva fiducia e sicurezza. Ho maturato questa riflessione mentre parlavo con Tetta, madre di
Paolo. Paolo è uno straordinario “guerriero” affetto da una patologia rarissima
e spietata oltreché perfida. Eppure i suoi familiari l’hanno combattuta con un
coraggio e con un’abnegazione straordinari. Senza tregua, senza stanchezza, senza
cedere mai alla rassegnazione. Proprio come la mamma di Angelo. Eppure
l’ingiustizia e l’insensibilità sono sempre in agguato. La chiusura del centro
delle malattie rare di Sassari si è abbattuta su di loro come una mannaia.
Risparmi, economie, tagli di spesa sono le espressioni coniate da politici e rivolte dai funzionari regionali ai
familiari per giustificare questa truce operazione. Peccato che vengano eternamente
praticati sulle spalle dei più deboli. I poteri forti continuano a conservare i
loro ingiustificabili privilegi. La burocrazia non ha nome e non ha cuore. Un moloch
che non muore mai. Ha, però, responsabilità gravi per i disagi e per le difficoltà
che crea alla mamma di Angelo ed ai familiari di Paolo che chiedono solo di non
essere abbandonati. Nei giorni scorsi si è tenuto la consueta maratona
dell’associazione Telethon per raccogliere i fondi per la ricerca sulle
malattie rare. Proprio grazie a questi fondi Paolo, inserito in un protocollo
sperimentale, registra una situazione nettamente migliore rispetto all’inizio
dei trattamenti. Paolo e i suoi genitori sono stati a Sassari in coincidenza
con il collegamento televisivo Telethon presso i locali dell’istituto Azuni. Sono
stati invitati quali testimoni “privilegiati” di questa incomprensibile e terribile
ingiustizia patologica. In questa circostanza è stata donata a Paolo la sciarpa con il
logo dell’associazione. Da quel giorno Paolo esibisce con fierezza questo
bellissimo simbolo della lotta all’infelicità. Non se ne separa mai quasi a
voler ricordare che la guerra continua senza soste e si concluderà con la sua
vittoria. E’ una gioia incontrarlo e scoprire quanto un piccolo oggetto abbia
potuto renderlo felice. Ecco la burocrazia non ha capito una cosa fondamentale:
potrà costringere Angelo a recarsi a Verona, Paolo a viaggiare a Cagliari, ma
dovrà rassegnarsi all’idea che i loro familiari non si arrenderanno mai e
continueranno a lottare per garantire dei trattamenti più equi e più
appropriati ai propri figli. Continueranno a combattere contro ingiustizie e
soprusi fino a quando lo sguardo dei loro amati e quel loro meraviglioso sorriso
continueranno ad illuminare la loro esistenza.
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