“Servito”. Era questa
l’espressione che utilizzava mentre slacciava la mantellina bianca o celeste e
ti invitava a controllare su specchi contrapposti la sfumatura sulla nuca. Poi esigeva,
con una punta di orgoglio, il tuo giudizio. Gli comunicavi la tua soddisfazione
e non vedevi l’ora di immergerti tra gli immancabili giudizi positivi degli
amici che concludevano “Sei stato da Giuliano vero?”. Il 31 dicembre del 2015
Giuliano Casedda, storico barbiere della nostra comunità, ha appeso il camice
al chiodo. Aveva iniziato la propria attività nel lontano giugno del 1950. “Quando
iniziai avevo appena compiuto 13 anni e non avrei mai immaginato di trascorrere
65 anni della mia vita ad accontentare i gusti dei miei clienti. Non essendo
dotato di fisico possente- aggiunge- mi si manifestarono due prospettive: allievo
barbiere o apprendista nel settore della lavorazione del sughero”. Si
concretizzò la prima opzione in seguito alla disponibilità di Sebastiano Carta
ad accoglierlo come praticante nel proprio salone. Nel 1954 la partenza per il
servizio militare del suo “maestro” gli spianò, a soli 17 anni, la possibilità
di intraprendere in prima persona l’attività di barbiere. Intere generazioni di
ragazzi si sono avvicendati nella sua comoda poltrona girevole che veniva
regolata per assicurare a tutti il taglio migliore. “Ne ho cambiato tre” mi
dice facendo roteare su se stessa lo stupendo monumento in pelle che conserva
come un cimelio e non ha perso, nonostante gli anni, la propria attualità. Contrariamente a quello che si pensa, questa
professione presuppone molteplici qualità. La bravura, la professionalità e la
passione sono fondamentali. “Ho frequentato tra il 1959 e il 1960- aggiunge a
questo proposito Giuliano- un ottimo corso per acconciatori presso la scuola
del maestro Giulio Campus di Sassari. Mi ha formato tantissimo. Al termine ricevetti
l’offerta di un impiego presso il suo salone con ottime prospettive
finanziarie. Rifiutai- conclude- per amore della mia famiglia e del mio paese e
mi stabilii definitivamente in questa sede”. Professionalità e competenza ben
si coniugavano con l’adattamento alle mutevoli novità di taglio: taglio
all’italiana, alla tedesca, capelli cortissimi, capelli lunghi, lunghissimi e
recentemente con creste e decorazioni varie. Per essere la passo con le
tendenze la bravura deve accompagnarsi alla passione e al sacrificio. “Per
tanti decenni la nostra categoria- commenta Giuliano- ha lavorato anche durante
le giornate di sabato e la domenica mattina comprese le festività del Natale e
della Pasqua”. Tra le doti indispensabili aggiungerei fermezza di taglio e
delicatezza e leggerezza dei movimenti delle dita delle mani. Rasoi e forbici
affilatissimi non perdonavano alcuna disattenzione. “Ne possiedo di tutti i
tipi e affilavo personalmente sia le forbici che i rasoi; questi li temperavo sfiorando
delicatamente la strappa, striscia di pelle, ammorbidita da una pasta particolare.
Ero diventato tanto bravo in questa operazione che dottor Battista Sini, di
volta in volta, mi chiedeva di affilare i propri bisturi”. Giuliano non lo
dice, ma possedeva delle qualità che rendevano il taglio dei capelli un momento
speciale. Era un ottimo psicologo che
sapeva ascoltarti seguendo il filo dei tuoi ragionamenti. Problemi scolastici,
attualità politica, vicende sportive, fatti e fatterelli della comunità. Gli
interlocutori cambiavano di volta in volta e il confronto tra diversi punti di
vista contribuiva, senza che ce ne accorgessimo, a farci maturare. Non di rado
dovevi attendere il tuo turno, ma l’attesa era temperata dalla lettura di
quotidiani, settimanali, riviste; l’innata simpatia di alcuni personaggi e
l’intelligenza, l’acume e la prontezza dialettica di altri rendevano questi
momenti di volta in volta divertenti e stimolanti. Alcuni frequentavano il
salone proprio per trascorrere qualche momento di sano divertimento e
contribuivano, con il proprio punto di vista, a rendere il contesto più
interessante. Una visita da uno psicologo o da un psicoanalista non avrebbe
prodotto migliori benefici. Mi ha sorpreso il fatto che il salone, accortamente
dotato di un box doccia, riscuotesse, negli anni sessanta diffusi consensi.
Molte abitazioni in paese erano, infatti, sprovviste dell’acqua calda e
soprattutto nella giornata di sabato molti utilizzavano questo moderno
servizio! Spesso la perfezione del taglio era secondaria rispetto alla
soddisfazione procurata da un salutare pomeriggio che contribuiva a rigenerarti
nello spirito. Confidente, confessore e all’occorrenza sapeva essere amico attento
anche alle diverse manifestazioni dei caratteri: se attraversavi un momento di
difficoltà o avevi scarsa voglia di discutere sapeva intelligentemente
rapportarsi al tuo stato d’animo. Alla fine la seduta si concludeva con la
tradizionale ripulita con il pennello, l’immancabile spolveratina con il talco
e l’obbligatoria spruzzatina di una nuvoletta di profumo. Poi, mentre
raccoglieva i capelli sparsi per terra e li riponeva nell’apposito cestino, Giuliano,
prima di chiudere, appendeva il camice all’attaccapanni. Il camice è ancora
appeso al suo posto e indica malinconicamente che una periodo importante della
nostra vita e un pezzo significativo della storia della nostra comunità fanno
parte del nostro passato.
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