venerdì 4 marzo 2016

L'ultimo... servito



“Servito”. Era questa l’espressione che utilizzava mentre slacciava la mantellina bianca o celeste e ti invitava a controllare su specchi contrapposti la sfumatura sulla nuca. Poi esigeva, con una punta di orgoglio, il tuo giudizio. Gli comunicavi la tua soddisfazione e non vedevi l’ora di immergerti tra gli immancabili giudizi positivi degli amici che concludevano “Sei stato da Giuliano vero?”. Il 31 dicembre del 2015 Giuliano Casedda, storico barbiere della nostra comunità, ha appeso il camice al chiodo. Aveva iniziato la propria attività nel lontano giugno del 1950. “Quando iniziai avevo appena compiuto 13 anni e non avrei mai immaginato di trascorrere 65 anni della mia vita ad accontentare i gusti dei miei clienti. Non essendo dotato di fisico possente- aggiunge- mi si manifestarono due prospettive: allievo barbiere o apprendista nel settore della lavorazione del sughero”. Si concretizzò la prima opzione in seguito alla disponibilità di Sebastiano Carta ad accoglierlo come praticante nel proprio salone. Nel 1954 la partenza per il servizio militare del suo “maestro” gli spianò, a soli 17 anni, la possibilità di intraprendere in prima persona l’attività di barbiere. Intere generazioni di ragazzi si sono avvicendati nella sua comoda poltrona girevole che veniva regolata per assicurare a tutti il taglio migliore. “Ne ho cambiato tre” mi dice facendo roteare su se stessa lo stupendo monumento in pelle che conserva come un cimelio e non ha perso, nonostante gli anni, la propria attualità.  Contrariamente a quello che si pensa, questa professione presuppone molteplici qualità. La bravura, la professionalità e la passione sono fondamentali. “Ho frequentato tra il 1959 e il 1960- aggiunge a questo proposito Giuliano- un ottimo corso per acconciatori presso la scuola del maestro Giulio Campus di Sassari. Mi ha formato tantissimo. Al termine ricevetti l’offerta di un impiego presso il suo salone con ottime prospettive finanziarie. Rifiutai- conclude- per amore della mia famiglia e del mio paese e mi stabilii definitivamente in questa sede”. Professionalità e competenza ben si coniugavano con l’adattamento alle mutevoli novità di taglio: taglio all’italiana, alla tedesca, capelli cortissimi, capelli lunghi, lunghissimi e recentemente con creste e decorazioni varie. Per essere la passo con le tendenze la bravura deve accompagnarsi alla passione e al sacrificio. “Per tanti decenni la nostra categoria- commenta Giuliano- ha lavorato anche durante le giornate di sabato e la domenica mattina comprese le festività del Natale e della Pasqua”. Tra le doti indispensabili aggiungerei fermezza di taglio e delicatezza e leggerezza dei movimenti delle dita delle mani. Rasoi e forbici affilatissimi non perdonavano alcuna disattenzione. “Ne possiedo di tutti i tipi e affilavo personalmente sia le forbici che i rasoi; questi li temperavo sfiorando delicatamente la strappa, striscia di pelle, ammorbidita da una pasta particolare. Ero diventato tanto bravo in questa operazione che dottor Battista Sini, di volta in volta, mi chiedeva di affilare i propri bisturi”. Giuliano non lo dice, ma possedeva delle qualità che rendevano il taglio dei capelli un momento speciale.  Era un ottimo psicologo che sapeva ascoltarti seguendo il filo dei tuoi ragionamenti. Problemi scolastici, attualità politica, vicende sportive, fatti e fatterelli della comunità. Gli interlocutori cambiavano di volta in volta e il confronto tra diversi punti di vista contribuiva, senza che ce ne accorgessimo, a farci maturare. Non di rado dovevi attendere il tuo turno, ma l’attesa era temperata dalla lettura di quotidiani, settimanali, riviste; l’innata simpatia di alcuni personaggi e l’intelligenza, l’acume e la prontezza dialettica di altri rendevano questi momenti di volta in volta divertenti e stimolanti. Alcuni frequentavano il salone proprio per trascorrere qualche momento di sano divertimento e contribuivano, con il proprio punto di vista, a rendere il contesto più interessante. Una visita da uno psicologo o da un psicoanalista non avrebbe prodotto migliori benefici. Mi ha sorpreso il fatto che il salone, accortamente dotato di un box doccia, riscuotesse, negli anni sessanta diffusi consensi. Molte abitazioni in paese erano, infatti, sprovviste dell’acqua calda e soprattutto nella giornata di sabato molti utilizzavano questo moderno servizio! Spesso la perfezione del taglio era secondaria rispetto alla soddisfazione procurata da un salutare pomeriggio che contribuiva a rigenerarti nello spirito. Confidente, confessore e all’occorrenza sapeva essere amico attento anche alle diverse manifestazioni dei caratteri: se attraversavi un momento di difficoltà o avevi scarsa voglia di discutere sapeva intelligentemente rapportarsi al tuo stato d’animo. Alla fine la seduta si concludeva con la tradizionale ripulita con il pennello, l’immancabile spolveratina con il talco e l’obbligatoria spruzzatina di una nuvoletta di profumo. Poi, mentre raccoglieva i capelli sparsi per terra e li riponeva nell’apposito cestino, Giuliano, prima di chiudere, appendeva il camice all’attaccapanni. Il camice è ancora appeso al suo posto e indica malinconicamente che una periodo importante della nostra vita e un pezzo significativo della storia della nostra comunità fanno parte del nostro passato. 

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