Atteggiarsi a gentiluomo che vive
nella società con garbo e con decoro interpretando i valori rinascimentali di
cortesia e di equilibrato controllo della ragione sulle passioni. In questo
modo l’individuo si inserisce armonicamente nella comunità e, attraverso le
buone maniere, l’autocontrollo e la correttezza comportamentale, facilita i
rapporti umani e salvaguarda la propria dignità. Monsignor Giovanni della Casa,
intorno alla metà del 1500, ha raccolto questi principi nel Galateo, celebre
trattato sulle buone maniere da osservare nei rapporti interpersonali. La
fortuna di quest’opera nei secoli dimostra quanto sia stato importante erigere dei
modelli comportamentali ai quali ispirare la propria condotta. I mutamenti
sociali e culturali hanno contribuito ad apportare cambiamenti che non hanno
scalfito l’essenza e la portata innovativa dei suoi principi. La lettura dei precetti sulla buona educazione
impartiti ad un giovane che si affaccia alla società del tempo possono far
sorridere; ma, pur tradendo i valori, la cultura e l’ideologia della società
rinascimentale, conservano una significativa modernità. Eppure un’attenta riflessione
su questi insegnamenti, credo, costituirebbe un salutare giovamento all’ineducazione
che di tanto in tanto fa capolino sulle prime pagine de mass media. L’ultimo fatto di cronaca costituisce un esempio illuminante. Alcuni tifosi della squadra di calcio dello Sparta di
Praga hanno urinato sulla schiena di una mendicante rumena che chiedeva l’elemosina
davanti a Castel Sant’Angelo a Roma. Le riprese ritraggono la povera donna che
si alza e, senza alcun cenno di disapprovazione, si allontana mentre i poveri
idioti sorridono per la loro bravata. Mi
auguro che gli impuniti, abbiano modo di riflettere sui loro comportamenti
improntati ad un’aggressività sguaiata e ad una brutalità disdicevole e ad una
perfidia sconveniente soprattutto perché indirizzate ad una persona mite e inoffensiva.
Ma la realtà sociale è proprio questa? Questi comportamenti rispecchiano con
esattezza la personalità delle giovani generazioni? Mi rifiuto di cedere al
pessimismo dilagante. Sono, infatti, fermamente convinto che la pedagogia del
bene riuscirà a prevalere sull’inciviltà del male. Vedo tanti coetanei di
questi poveri imbecilli che si impegnano nel volontariato; leggono, studiano,
si documentano e soprattutto si commuovono davanti alla maestosità delle opere
d’arte o alla sfortuna di tanti infelici. Monsignor Della Casa sarebbe fiero
di questi ragazzi che, come affermò quasi 500 anni a questa parte, hanno
“riguardo a questa misura che ti ho detto (correttezza comportamentale)…nello
andare, nello stare, …negli atti, nel portamento e nel vestire e nelle parole e
nel silenzio e nel posare e nell’operare”. Gli ideali di giustizia, i valori di
onestà, i sentimenti di carità e di solidarietà delle giovani generazioni
sapranno offuscare lo sgomento suscitato dal comportamento di qualche
irresponsabile.
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