giovedì 9 marzo 2017

Giornata di festa o di conquista



La festa della donna è, o dovrebbe essere, la celebrazione delle bambine che stanno per nascere o di quelle che si affacciano alla vita. La ricorrenza annuale dovrà costituire per loro una puntuale verifica delle vittorie e delle sconfitte riportate nel corso della loro esistenza. Dovranno ispirarsi prima di tutto al ramoscello di mimosa che riceveranno in dono durante la loro ricorrenza. Questa pianta apparentemente fragile ed indifesa simboleggia perfettamente le battaglie vinte dalle donne nei decenni contro i venti e le tempeste dei diritti negati. Dovranno continuare le lotte portate avanti dalle donne che le hanno precedute ed hanno riguardato il diritto al lavoro, l’accesso alle carriere, l’abolizione del delitto d’onore, l’autodeterminazione rispetto al proprio corpo, il riconoscimento della violenza sessuale come reato contro la persona. Nonostante queste conquiste il ventaglio delle rivendicazioni, delle esclusioni e delle discriminazioni è infinito. Nel nostro paese rappresenta ancora una chimera la parità di genere: secondo alcuni studi per raggiungere l’equiparazione tra docenti universitari e le loro colleghe dovrà trascorrere più di un secolo; si dovrà attendere di più per conseguire la perequazione nei consigli di amministrazione o nei vertici delle diplomazie. Dopo quasi 70 anni di democrazia si favoleggia su una donna alla presidenza della repubblica o alla presidenza del consiglio. Eppure l’articolo 3 della costituzione condanna ogni forma di discriminazione e sollecita l’affermazione dell’uguaglianza delle persone e ”l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Interroghiamoci su un ulteriore dato di fatto: occupiamo gli ultimi posti della classifica in Europa per quanto concerne la partecipazione della donna al mondo del lavoro. Tanto si è fatto, ma tanto rimane da fare. La nostra realtà quotidiana sarà migliore se potrà avvalersi compiutamente del contributo dell’altra metà del cielo. La società potrà dispiegarsi nella sua interezza solo attraverso l’apporto della grazia, della creatività, della forza d’animo, della pazienza e della dolcezza delle compagne della nostra vita.

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