La festa della donna è, o dovrebbe
essere, la celebrazione delle bambine che stanno per nascere o di quelle che si
affacciano alla vita. La ricorrenza annuale dovrà costituire per loro una puntuale verifica delle vittorie e delle sconfitte riportate nel corso della
loro esistenza. Dovranno ispirarsi prima di tutto al ramoscello di mimosa che
riceveranno in dono durante la loro ricorrenza. Questa pianta apparentemente
fragile ed indifesa simboleggia perfettamente le battaglie vinte dalle donne
nei decenni contro i venti e le tempeste dei diritti negati. Dovranno
continuare le lotte portate avanti dalle donne che le hanno precedute ed hanno
riguardato il diritto al lavoro, l’accesso alle carriere,
l’abolizione del delitto d’onore, l’autodeterminazione rispetto al proprio
corpo, il riconoscimento della violenza sessuale come reato contro la persona.
Nonostante queste conquiste il ventaglio delle rivendicazioni, delle esclusioni
e delle discriminazioni è infinito. Nel nostro paese rappresenta ancora una
chimera la parità di genere:
secondo alcuni studi per raggiungere l’equiparazione tra docenti universitari e
le loro colleghe dovrà trascorrere più di un secolo; si dovrà
attendere di più per conseguire la perequazione nei consigli di amministrazione
o nei vertici delle diplomazie. Dopo quasi 70 anni di democrazia si favoleggia su
una donna alla presidenza della repubblica o alla presidenza del consiglio. Eppure
l’articolo 3 della costituzione condanna ogni forma di discriminazione e sollecita
l’affermazione dell’uguaglianza delle persone e ”l’effettiva partecipazione di
tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Interroghiamoci su un ulteriore dato di fatto: occupiamo gli ultimi posti della
classifica in Europa per quanto concerne la partecipazione della donna al mondo
del lavoro. Tanto si è fatto, ma tanto rimane da fare. La nostra realtà
quotidiana sarà migliore se potrà avvalersi compiutamente del contributo
dell’altra metà del cielo. La società potrà dispiegarsi nella sua interezza
solo attraverso l’apporto della grazia, della creatività, della forza d’animo,
della pazienza e della dolcezza delle compagne della nostra vita.
Nessun commento:
Posta un commento