venerdì 2 settembre 2016

Il pericolo proviene dal mare



Il pericolo proviene dal mare. Era l’affermazione più ricorrente presso i nostri antenati per spiegare le continue incursioni dei predoni che nei secoli hanno depauperato la nostra isola. Le torri di avvistamento costruite lungo la fascia costiera dell’isola per segnalare l’apparire degli incursori, costituivano un’ancora di salvezza per gli abitanti inermi e indifesi. Sarà per questo che i sardi vengono etichettati come persone diffidenti soprattutto nei confronti degli estranei. Eppure manifestiamo un carattere ambivalente che spesso ci porta ad essere eccessivamente cortesi anche con persone che non lo meritano: soprattutto se provenienti da altre realtà. Ricordo la ritrosia di tanti insegnanti sardi preparati e motivati a produrre domanda per l’incarico di dirigente scolastico. Allo stesso tempo non posso dimenticare la presunzione di tanti docenti “continentali” che, pur non essendo altrettanto competenti, assumevano l’incarico con leggerezza e con superficialità. La decisione del governatore Pigliaru di affidare l’incarico di direttore generale dell’unica asl sarda ad un reatino riflette specularmente questa riflessione. Non abbiamo in Sardegna giovani preparati che sappiano svolgere compiutamente questo incarico? Mi rifiuto di crederlo. Conosco ragazzi che, costretti a esercitare la propria competenza lontano dalla Sardegna, sono diventati dei seri professionisti apprezzati e considerati. Docenti che prestano il proprio servizio in importanti università europee ed extraeuropee, architetti che operano in alcuni degli studi più prestigiosi e conosciuti, ingegneri che svolgono attività in America latina, manager con collaudata esperienza in diversi settori dell’economia, della ricerca, della sanità e della finanza. La nostra è una società che ha paura dei giovani e nutre scarsa fiducia nelle loro capacità. Spesso ricorre a pensionati, talvolta impegnati in ulteriori incarichi, per coprire posti lautamente retribuiti. E poi ci lamentiamo della cronica carenza di nascite o investiamo in campagne volte a scongiurare questo triste fenomeno che offendono il decoro e la dignità e l’autodeterminazione della donna. Cerchiamo da domani di recuperare la fiducia nelle nostre giovani risorse umane e potremo avere una Sardegna fiera, indomita consapevole delle proprie capacità e orgogliosa delle proprie intelligenze.

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