Il pericolo proviene dal mare.
Era l’affermazione più ricorrente presso i nostri antenati per spiegare le
continue incursioni dei predoni che nei secoli hanno depauperato la nostra isola.
Le torri di avvistamento costruite lungo la fascia costiera dell’isola per
segnalare l’apparire degli incursori, costituivano un’ancora di salvezza per
gli abitanti inermi e indifesi. Sarà per questo che i sardi vengono etichettati
come persone diffidenti soprattutto nei confronti degli estranei. Eppure
manifestiamo un carattere ambivalente che spesso ci porta ad essere
eccessivamente cortesi anche con persone che non lo meritano: soprattutto se provenienti
da altre realtà. Ricordo la ritrosia di tanti insegnanti sardi preparati e
motivati a produrre domanda per l’incarico di dirigente scolastico. Allo stesso
tempo non posso dimenticare la presunzione di tanti docenti “continentali” che,
pur non essendo altrettanto competenti, assumevano l’incarico con leggerezza e con
superficialità. La decisione del governatore Pigliaru di affidare l’incarico di
direttore generale dell’unica asl sarda ad un reatino riflette specularmente
questa riflessione. Non abbiamo in Sardegna giovani preparati che sappiano
svolgere compiutamente questo incarico? Mi rifiuto di crederlo. Conosco ragazzi
che, costretti a esercitare la propria competenza lontano dalla Sardegna, sono
diventati dei seri professionisti apprezzati e considerati. Docenti che
prestano il proprio servizio in importanti università europee ed extraeuropee,
architetti che operano in alcuni degli studi più prestigiosi e conosciuti,
ingegneri che svolgono attività in America latina, manager con collaudata
esperienza in diversi settori dell’economia, della ricerca, della sanità e
della finanza. La nostra è una società che ha paura dei giovani e nutre scarsa
fiducia nelle loro capacità. Spesso ricorre a pensionati, talvolta impegnati in
ulteriori incarichi, per coprire posti lautamente retribuiti. E poi ci
lamentiamo della cronica carenza di nascite o investiamo in campagne volte a
scongiurare questo triste fenomeno che offendono il decoro e la dignità e
l’autodeterminazione della donna. Cerchiamo da domani di recuperare la fiducia
nelle nostre giovani risorse umane e potremo avere una Sardegna fiera, indomita
consapevole delle proprie capacità e orgogliosa delle proprie intelligenze.
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