Il grande cuore dei berchiddesi:
altruista, generoso, solidale, ma anche sensibile, disponibile e pronto ad
accorrere a sostegno del prossimo. Non è una novità per chi conosce la realtà
della nostra comunità che sempre in passato ha sempre preso a cuore le
sofferenze e le necessità del prossimo. Le popolazioni dell’Africa, le misere
realtà messicane, le genti dell’est europeo, i terremotati o gli alluvionati. Il paese si è sempre caratterizzato per la
tempestività, la rapidità ed la prontezza con le quali ha dimostrato, con i
fatti, la nobiltà che lo caratterizza. C’è sempre stato un gruppetto di
berchiddesi che ha preso un’iniziativa di carattere umanitario; ad essa hanno
immediatamente fatto seguito l’apprezzamento e conseguentemente il sostegno e
la generosità dell’intera comunità. Un piccolo centro che si attiva e centra
gli obiettivi che si era prefissato con un’iniziativa non casualmente
intitolata “Io c’entro”. Colpisce soprattutto il fatto che, in questo caso, sono
stati soprattutto i giovani a d assumere un’iniziativa dai profondi risvolti
umanitari. Le popolazioni devastate dal recente sisma necessitano di tutto; non
possiamo- si sono detti i protagonisti di questo lodevole progetto - rimanere
insensibili di fronte a tanta devastazione materiale, morale e umana. La rete è
stata il supporto logistico più naturale ed efficace per diffondere gli
obiettivi di un impegno che non ha avuto bisogno di tanti giri di parole. Tutto
il paese ha raccolto l’invito e si è sentito direttamente coinvolto. I
risultati hanno superato anche le aspettative dei più entusiasti. Quindici
giorni di preparativi hanno consentito di predisporre in piazza dei piatti che
hanno suscitato l’entusiasmo, ma soprattutto hanno dimostrato la straordinaria
grandezza d’animo degli innumerevoli partecipanti a questa stupendo momento di
attenzione e di premura. Un felice pretesto per esserci, per sentirsi
direttamente partecipi dell’angoscia di tanti sofferenti, per “entrare” discretamente,
amichevolmente ed emotivamente nella vita dei più sfortunati e far sentire loro
il calore della condivisione e della compartecipazione.
Nessun commento:
Posta un commento