venerdì 19 novembre 2021

Morte di un bimbo

Affamato, disidratato, assiderato. Ti sei assopito e sei sprofondato in un sonno eterno. Si narra che la morte per assideramento sia quella più dolce. Forse per te lo è stata. Non lo sapremo mai. Anche se avevamo intuito che il dramma era alle porte. Cariche, reticolati, cani lupo, getti d’idranti, manganelli, odio, disprezzo. Tutti riversati su poveri derelitti. Derisi, scherniti, detestati. Vasi di coccio tra giganti di egoismo. Umanità contro disumanità. Nazionalismo contro cosmopolitismo. Altruismo contro cinismo. Miseria contro opulenza. Al centro della storia consumata al confine tra Bielorussia e Polonia, un viso angelicato dalla tenerissima età. Sguardo sognante mai attraversato dal male e dalla malizia. Occhi perforati dall’inferno della morte perché non raggiunti dalla carità della vita. Proprio nella giornata dedicata a “creare un mondo migliore nel quale le persone possano crescere al sicuro per raggiungere il loro pieno potenziale”. Amaro contrappasso del quale non sei riuscito a comprendere il significato. Non te lo hanno consentito. Si ignora perfino la tua identità. I tuoi genitori, svaniti, forse costretti a una fuga precipitosa. Sappiamo solo che sei siriano e che avevi appena compiuto un anno di vita. Una morte silenziosa colpevolmente ignorata. Qualche flebile cenno sui notiziari la cui eco si dissolverà domani nel vento dell'indifferenza. Senza conforti, senza preghiere, senza onoranze, senza lacrime. Un bimbo ignoto dall'identità anonima che è stata defraudato dei più elementari gesti o delle più semplici testimonianze di carità. Che, proprio per questo, pesa come un macigno nella coscienza di coloro che possiedono ancora un briciolo di pietà.

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